Invecchiare in salute, il microbiota un alleato importante
29 Maggio 2023Invecchiare in salute è uno degli obiettivi della medicina moderna. Un alleato importante ma spesso non troppo conosciuto è il microbiota. A spiegare le connessioni e i meccanismi chiave di questo rapporto intorno ai quali va sempre più focalizzandosi l’attenzione della scienza, proprio nell’intento di controllare e contenere, ove possibile, le diverse peculiarità dalle quali si genera la fragilità del soggetto anziano, è l’immunologo Mauro Minelli, docente di dietetica e nutrizione umana all’Università Lum di Bari.
‘Esiste una sorta di zoccolo duro del nostro microbiota che offre un contributo in termini di salute’
E’ possibile individuare la presenza nel nostro organismo di batteri in grado di garantirci un invecchiamento di successo? E, se si, con quali strumenti è possibile identificarli? “Ciò che attualmente emerge da studi sempre più precisi, è che esiste una sorta di ‘zoccolo duro’ del nostro microbiota (detto ‘core microbiota’) costituito da alcune specie batteriche – risponde – che vivono in vicendevole equilibrio con l’organismo ospitante e al quale forniscono un importante contributo in termini di salute, soprattutto attraverso la produzione di acidi grassi a corta catena’ (Sfca). Grazie a queste molecole, estremamente importanti per la nostra salute – ricorda Minelli – le specie microbiche ‘amiche’ (specialmente rappresentate da Ruminococcaceae, Lachnospiraceae e Bacteroidaceae) riescono a tenere il più possibile sotto controllo le criticità peculiari della vecchiaia, quali la perdita progressiva della funzione cognitiva, la sarcopenia (cioè la perdita della massa e della forza muscolare), lo sviluppo di malattie croniche come il diabete o l’aterosclerosi”.
“Oggi, lo sviluppo e la messa a punto di nuovi metodi d’analisi del microbiota intestinale fondati sulla identificazione del suo specifico patrimonio genetico grazie a tecniche di diagnostica molecolare, ne hanno permesso una caratterizzazione dettagliata e completa e, conseguentemente, un’eventuale correzione pianificata attraverso opportune strategie integrative”, avverte l’immunologo.
‘Le persone longeve hanno un equilibrio stabile nella composizione della flora intestinale’
Ma se esiste ed è documentata la presenza di componenti batteriche ‘di supporto’ all’età che avanza, perché le modalità dell’invecchiamento possono variare così tanto da soggetto a soggetto? “Purtroppo l’abbondanza delle specie batteriche ‘benefiche’, nel grande contesto della cosiddetta ‘flora intestinale’, tende a ridursi quantitativamente e qualitativamente con il progredire dell’età, ciò – osserva Minelli – che rende possibile la crescita contestuale di specie opportuniste che, approfittando di eventuali spazi lasciati liberi da altri abitanti dell’intestino, occupano impropriamente postazioni strategiche generando condizione progressive di squilibrio, a loro volta in grado di favorire l’insorgenza di stati infiammatori”.