Italia, 40mila interventi di asportazione della tiroide: solo il 2% è conservativo

Italia, 40mila interventi di asportazione della tiroide: solo il 2% è conservativo

26 Ottobre 2022 0 Di La Redazione

In Italia vengono eseguiti annualmente oltre 40.000 interventi chirurgici di asportazione totale della tiroide, per l’80% dei casi su donne, ma solo nel 2% dei casi è stata salvata la parte sana della ghiandola.

Partendo da questi dati, è ai nastri di partenza la campagna #Salvalatuatiroide, ideata e sostenuta in Italia dall’Associazione Thyroid Nodule Therapies.

Obiettivo è portare a conoscenza dei cittadini che esiste un approccio innovativo e mininvasivo alla cura delle patologie nodulari tiroidee, evitando modalità di intervento demolitivo oggi superabili in molti casi grazie a tecnologie avanzate, quali l’ablazione con radiofrequenza oppure, a seconda delle situazioni, con microonde o con altre tecnologie correlate (laser e ultrasuoni).

Gran parte dei noduli benigni, ma anche i microcarcinomi papillari, che comprendono la maggioranza delle diagnosi maligne, potrebbero oggi venir eliminati attraverso la “termoablazione” o tecnologie correlate, interventi ambulatoriali effettuati sotto la guida ecografica che non necessitano di incisioni chirurgiche. È in atto una crescente richiesta di revisione dei criteri di selezione dei pazienti che potrebbero essere sottoposti a procedure terapeutiche minimamente invasive ecoguidate piuttosto che a tradizionali asportazioni, parziali o totali, per via chirurgica. I vantaggi per il paziente degli approcci termoablativi ecoguidati minimamente invasivi nei confronti della chirurgia classica sono molteplici: assenza di cicatrici, preservazione del normale funzionamento della tiroide, nessuna necessità per il paziente di assumere terapia con ormoni tiroidei, effetti collaterali minimi, nessun ricovero ospedaliero, recupero molto più veloce alle attività quotidiane. L’impegno dell’Associazione TNT e del suo Presidente, Roberto Valcavi, con la campagna #Salvalatuatiroide è portare alla conoscenza dei cittadini l’esistenza di queste nuove opzioni mini-invasive e stimolare il confronto con la comunità scientifica sui benefici che tale approccio comporta.

– COSA SONO I NODULI TIROIDEI E LE TERAPIE DISPONIBILI

Il nodulo tiroideo, cioè una lesione della tiroide distinta dal tessuto normale, è di comune riscontro. Mentre studi condotti negli anni ’70 basati sull’ispezione e sulla palpazione avevano riportato una prevalenza del nodulo tiroideo dal 3 al 7% sul totale della popolazione, l’introduzione più recente della ecografia ha rivelato che la percentuale dei noduli tiroidei è in realtà assai superiore, variabile da un minimo del 20% ed un massimo del 76% della popolazione generale. I noduli tiroidei sono più comuni nelle persone anziane, nelle donne, nei soggetti provenienti da aree geografiche carenti di iodio e in coloro che hanno una storia di esposizione alle radiazioni ionizzanti.

L’uso diffuso di tecniche di imaging ha mostrato l’esistenza di una vera e propria epidemia di noduli tiroidei non palpabili, a volte ai limiti inferiori anche del rilevamento ecografico. Ne consegue che un numero crescente di noduli tiroidei asintomatici è sottoposto ad ulteriori approfondimenti, i quali determinano un crescente aumento delle diagnosi dei tumori tiroidei ed in particolare dei microcarcinomi papillari tiroidei. In conseguenza, il ricorso all’intervento chirurgico di asportazione della tiroide è aumentato enormemente. Nel caso di piccole lesioni maligne della tiroide generalmente prive di aggressività, viene raccomandato di non effettuare alcun intervento quanto piuttosto di monitorare il/la paziente. Questo concetto di sorveglianza attiva in realtà è respinto dalla maggior parte dei pazienti che, una volta diagnosticato il carcinoma, preferisce sottoporsi all’intervento chirurgico che viene loro offerto dalla maggior parte degli specialisti che seguono le linee guida più consolidate. Secondo recentissime linee guida internazionali alla stesura delle quali la TNT Association ha collaborato, l’alternativa all’intervento chirurgico e alla semplice sorveglianza è rappresentata dalle terapie ablative che offrono una soluzione al problema evitando l’intervento chirurgico di asportazione parziale o totale della ghiandola e salvando così la tiroide.