Italia, sempre più professionisti della salute scappano all’estero
1 Aprile 2024Sono più di 1500 le richieste di professionisti della sanità italiani che vogliono andare a lavorare all’estero, di cui circa 1050 medici e circa 350 infermieri e 100 altri professionisti sanitari; la maggioranza vuole lasciare l’Italia verso i Paesi del resto d’Europa e del Golfo. Sono i dati raccolti da Amsi, Umem, Unione Medici Euromediterranea, e tutte le altre associazioni che fanno capo al Movimento Uniti per Unire.
I dati di questo primo trimestre del 2024 presentano la stessa media del medesimo periodo del 2023.
Le domande ad Amsi sono arrivate in particolare dal Veneto, dal Piemonte, Lombardia, Sicilia, Sardegna, Emilia Romagna, Trentino e soprattutto nelle ultime settimane dal Lazio, dove c’è la sede ufficiale di Amsi.
Tutti, per potersi spostare, hanno chiesto ai rispettivi albi professionali il certificato di buona condotta e tanti di loro sono ad un passo per decidere di partire verso i paesi del Golfo, per prestare servizio in contesti difficili e di guerra, ed i paesi europei: qui la questione è diversa. In tanti vogliono lasciare una sanità italiana di cui non si sentono più parte integrante.
«Continua, quindi, in tal senso, il nostro appello, al fine di rilanciare tutte le nostre “storiche proposte”, perché da un lato, come Amsi, siamo tenuti a sostenere quanti desiderano intraprendere la strada per lavorare all’estero, così come coloro che vogliono offrire il loro contributo nei paesi dove la sanità ha bisogno di aiuto e sostegno, laddove i conflitti dilaniamo le vite umane. Ci impegniamo, quindi, da 24 anni per favorire la buona immigrazione di professionisti selezionati, ma dall’altra va avanti il nostro impegno per lavorare di concerto con la politica italiana, per far sì che si fermi un esodo incontrollato di medici e infermieri italiani, lanciando l’appello a creare terreno fertile qui da noi affinché essi possano rimanere a lavorare nella sanità di casa nostra. […] Il Governo italiano deve fare il possibile per riportarli nel nostro Paese, non smetteremo mai di dirlo, aumentando i salari, snellendo i carichi fiscali e la burocrazia, migliorando il rapporto tra sanità pubblica e privata, lavorando sulla valorizzazione contrattuale, combattendo le aggressioni, combattendo la medicina difensiva, sostenendo la formazione, a partire dalle università, contribuendo a realizzare una sanità organizzata, innovativa, che viaggia verso il mondo del digitale e la tecnologia, dove i professionisti sanitari possono mettere a frutto del sistema le proprie competenze, le proprie specializzazioni, sentendosi al centro del progetto salute, sempre con l’obiettivo di alzare il livello della qualità delle prestazioni sanitarie per i soggetti più fragili, in una Italia che viaggia spedita verso l’invecchiamento della sua popolazione e per questo aumenta il fabbisogno di professionisti specializzati nelle “long care”, con il rafforzamento della sanità territoriale per snellire anche i carichi di lavoro degli ospedali che nel frattempo devono essere anche strutturalmente rinnovati». Così il Prof. Foad Aodi, Esperto in Salute Globale Presidente di Amsi e del Movimento Uniti per Unire nonché Docente di Tor Vergata e membro del Registro Esperti della Fnomceo, che è presente tutti i giorni su tv e radio satellitari per parlare di Immigrazione, Salute Globale, eguaglianza, diritti umani e divulga la verità in tutti i paesi per quanto riguarda il rischio e il pericolo dell’immigrazione irregolare.
Intanto Amsi va avanti nel suo progetto di divulgazione della buona sanità nel mondo e dal 29 al 31 marzo 2024 annuncia che si terrà a Dubai un incontro di medici nell’ambito del WIARSD Leaders Club (Associazione dei medici russofoni nel mondo). Dal 2018, l’Associazione dei Medici russofoni nel mondo, presieduta da Olga Kiseleva (membro dell’Associazione medici di origine straniera in Italia AMSI, lavora attivamente, organizzando congressi internazionali, incontri, briefing per professionisti della Sanità. L’Associazione unisce medici di diversi paesi del mondo, indipendentemente dalla loro nazionalità e religione.
“Negli ultimi anni è stata prestata un’attenzione attiva ai paesi del Golfo, dove sempre più medici provenienti da diversi paesi si trasferiscono per lavorare. Vogliamo discutere di questo fenomeno durante il nostro incontro a Dubai alla fine di marzo di quest’anno. I relatori dell’incontro saranno medici specialisti di vari settori che hanno attraversato l’intero processo di autorizzazione e sono pronti a condividere la loro esperienza” conclude Faod Aodi.