Josè Maresca, la chiave di volta per il nostro successo è dentro di noi
26 Aprile 2021Il Decreto legge del 22 aprile 2021 n. 52, pubblicato in G.U. numero 96 del 22.04.2021, introduce misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19, con tutte le date delle riaperture delle attività economiche e le nuove regole su spostamenti. In particolare, a decorrere dal 26 aprile 2021, in zona gialla, nel rispetto delle linee guida vigenti, sarà consentito lo svolgimento all’aperto di qualsiasi attività sportiva anche di squadra e di contatto. È comunque interdetto l’uso di spogliatoi se non diversamente stabilito dai provvedimenti di cui all’articolo 2 del decreto-legge n. 19 del 2020. A decorrere dal 15 maggio 2021 in zona gialla sono consentite le attività di piscine all’aperto in conformità ai protocolli e alle linee guida adottati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome sulla base dei criteri definiti dal Comitato tecnico-scientifico. A decorrere dal 1° giugno 2021 in zona gialla sono consentite le attività di palestre in conformità ai protocolli e alle linee guida adottati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome sulla base dei criteri definiti dal Comitato tecnico-scientifico.
Sport nella zona arancione
Nella sezione FAQ del sito del Governo, con le regole in vigore fino al 30 aprile, regole che potrebbero subire variazioni con l’entrata in vigore del nuovo decreto sugli spostamenti, le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere e centri termali sono sospese, fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza per le attività riabilitative o terapeutiche e per gli allenamenti degli atleti, professionisti e non professionisti, che devono partecipare a competizioni ed eventi riconosciuti di rilevanza nazionale con provvedimento del CONI o del CIP. È consentito recarsi presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, del proprio Comune o, in assenza di tali strutture, in Comuni limitrofi, per svolgere esclusivamente all’aperto l’attività sportiva di base, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall’Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana (FMSI), con la prescrizione che è interdetto l’uso di spogliatoi interni a detti circoli. È possibile recarsi in un altro Comune, dalle 5.00 alle 22.00, per fare attività sportiva solo qualora questa non sia disponibile nel proprio Comune (per esempio, nel caso in cui non ci siano campi da tennis), purché si trovi nella stessa Regione o Provincia autonoma. Inoltre è possibile, nello svolgimento di un’attività sportiva che comporti uno spostamento (per esempio la corsa o la bicicletta), entrare in un altro Comune, purché tale spostamento resti funzionale unicamente all’attività sportiva stessa e la destinazione finale coincida con il Comune di partenza. Si ricorda inoltre che, ai sensi del Dpcm, per i comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti è equiparata al territorio comunale la fascia territoriale circostante, fino a una distanza di 30 km dai relativi confini. Si ricorda che, durante lo svolgimento dell’attività sportiva, è sempre necessario mantenere la distanza di almeno 2 metri dalle altre persone. Si precisa che la sezione FAQ del sito del Governo dal quale sono state attinte le informazioni qui riportate tiene conto esclusivamente delle misure introdotte da disposizioni nazionali. Le Regioni e le Province autonome possono adottare specifiche ulteriori disposizioni restrittive, di carattere locale, per conoscere le quali è necessario fare riferimento ai canali informativi istituzionali dei singoli enti.
Sport nella zona rossa
Nella sezione FAQ del sito del Governo, con le regole in vigore fino al 30 aprile, regole che potrebbe subire variazioni con l’entrata in vigore del nuovo decreto sugli spostamenti, nella zona rossa le attività di:
- palestre,
- piscine,
- centri natatori,
- centri benessere
- e centri termali
sono sospese, fatta eccezione per:
- l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza per le attività riabilitative o terapeutiche
- e per gli allenamenti degli atleti, professionisti e non professionisti, che devono partecipare a competizioni ed eventi riconosciuti di rilevanza nazionale con provvedimento del CONI o del CIP.
Allo stesso modo, sono sospese l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, sia all’aperto che al chiuso.
Inoltre, lo svolgimento degli sport di contatto, definiti nell’apposito decreto del Ministro dello Sport sono sospesi. Sono inoltre vietate tutte le gare, le competizioni e tutte le attività connesse agli sport di contatto di carattere amatoriale. Tuttavia, è consentito svolgere all’aperto e a livello individuale i relativi allenamenti e le attività individuate con il suddetto decreto del ministro dello sport del 13 ottobre 2020, nonché gli allenamenti per sport di squadra, che potranno svolgersi in forma individuale, all’aperto e nel rispetto del distanziamento. Nell’area rossa è consentito svolgere l’attività sportiva esclusivamente nell’ambito del territorio del proprio Comune, dalle 5.00 alle 22.00, in forma individuale e all’aperto, mantenendo la distanza interpersonale di due metri. In una risposta successiva il governo specifica che è tuttavia possibile, nello svolgimento di un’attività sportiva che comporti uno spostamento (per esempio la corsa o la bicicletta), entrare in un altro Comune, purché tale spostamento resti funzionale unicamente all’attività sportiva stessa e la destinazione finale coincida con il Comune di partenza.
Di questo parliamo con un rappresentante del mondo dello Sport, fortemente penalizzato dalla pandemia, dalle clausure e dalla confusa gestione politica. Josè Maresca, Laurea Magistrale in “Scienze Motorie per la prevenzione e il benessere”, Università degli Studi Parthenope di Napoli Master Universitario di secondo livello in progettazione e conduzione dell’esercizio fisico nelle patologie esercizio-sensibile (esercizio-terapia) Università degli Studi di Verona, preparatore fisico e Personal trainer in attività fisica adattata a disturbi metabolici, Personal trainer mirato al dimagrimento e alla prevenzione dell’insorgenza di patologie legate all’ipocinesi.
Come ha vissuto e vive Josè Maresca la paura della pandemia ed il disagio legato alle indispensabili misure restrittive?
Sembra ieri quando dalla Cina, la corrispondente della Rai Giovanna Botteri annunciava al mondo lo scoppio di una nuova pandemia che, all’inizio, sembrava circoscritta alla sola provincia di Wuhan, la città colpita più duramente dall’epidemia di Covid-19 tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020. Noi giovani eravamo abituati a sentir parlare di pandemie gravissime come la SARS, Ebola che, nonostante le notizie catastrofiche provenienti dai focolai, sfiorò appena le nostre vite. La storia e la scritta Made in China che impera sulla quasi totalità degli oggetti di uso comune avrebbero dovuto metterci in guardia, ma la speranza che tutto ciò non ci riguardasse si è definitivamente dissolta a Codogno e a Vò Euganeo. Di lì a poco il “primo” lockdown, annunciato a reti unificate dal Presidente del Consiglio. La parola pandemia si diffondeva ad una velocità dei contagi: mi sono sentito sopraffatto da una sensazione di angoscia e di perdita del controllo della mia esistenza. Immediato è stato il timore per la salute delle persone care, in primis per la mia piccola Ludovica, che a febbraio aveva solo 4 mesi. I primi periodi sono stati quelli più duri: dovevamo cercare di capire i meccanismi di contagio e conoscere questo sconosciuto entrato con prepotenza nelle nostre vite e, al contempo, siamo stati costretti per decreto a rimanere tra le mura domestiche. Prospettive nuove vissute da incredulo. Le contromisure hanno limitato ogni tipo di attività, da quella sociale a quella lavorativa e, chiaramente, uno dei settori più colpiti è stato proprio quello del movimento e dell’esercizio fisico che, considerato non strategico per il funzionamento del Paese, è stato tra i primi ad essere interessato dalle chiusure. Passati i primi mesi dall’impatto con il virus, chi come me si occupa di movimento fisico, di rapporti umani vivi e veri, del benessere delle persone, ha potuto beneficiare di una leggera ripresa delle attività a condizioni particolarmente impegnative. Sotto il profilo logistico le palestre hanno dovuto dotarsi di strumenti e protocolli di sicurezza del tutto nuovi; dal punto di vista organizzativo, inoltre, il ricorso all’esercizio fisico all’aperto e alla telematica hanno consentito di aprire uno spiraglio nuovo per sostenere chi si rivolgeva a noi per bisogno o per semplice benessere. Oggi siamo ancora vincolati a pesanti restrizioni ma cerchiamo di affrontarle in modo diverso, sebbene le condizioni a contorno, anche quelle di natura economica, si fanno sentire. Continuando, con perseveranza, a tenere viva la nostra mission e le nostre vision, la paura iniziale si è trasformata in nuova speranza. Confidiamo moltissimo che la nostra resilienza sia anche la resilienza di chi attende con ansia di ripartire da dove ci siamo fermati. Fermati… noi che abbiamo investito tutto nel movimento non potevamo non dare prova di iperattività nonostante tutto, chiaramente nel rispetto delle regole, giuridiche e sanitarie che il caso richiede. Spero moltissimo della campagna vaccinale e nell’efficacia dei preparati che promettono un rapporto costi-benefici a vantaggio dei secondi.
Quanti danni hanno arrecato la pandemia, i lockdown e la confusa gestione politica allo Sport ed alla attività fisica guidata?
I danni, nel complesso, sono incalcolabili: a livello economico hanno retto solo la filiera sanitaria e quella alimentare, e il relativo indotto. Persino l’industria meccanizzata ha conosciuto una battuta d’arresto e, quindi, è facile comprendere come i settori non strategici per la tenuta del Paese siano stati interessati per primi dalle chiusure imposte. Osservando il problema con gli occhi del Chinesiologo e Preparatore fisico, non posso non osservare gli effetti epidemiologici della pandemia sotto il profilo dell’aumentato rischio indotto dalla ipocinesi. Non è questa la sede per snocciolare numeri e percentuali, tuttavia attendo le nuove statistiche sullo stato di salute del popolo italiano. Un’Italia sedentaria che, a dispetto delle evidenze scientifiche, preferisce la cura alla salvaguardia della propria salute, ricorrendo ai farmaci prima ancora di rivolgersi all’esercizio fisico in chiave preventiva, si è mostrata maggiormente suscettibile alla circolazione del virus. L’esercizio fisico può essere somministrato come un farmaco e, se ben dosato, non ha effetti collaterali ma incide positivamente sulla salute di ogni individuo. Esso, chiaramente, non è la cura di ogni male, ma consente di preservare il corpo e la mente al più lungo possibile nonostante l’avanzare dell’età anagrafica. In tale quadro, è facile prevedere come lo stop sostanzialmente impresso alle attività sportive e di esercizio fisico non potrà che comportare un aumento delle patologie croniche non trasmissibili come il diabete, le cardiopatie e la sindrome metabolica. Il consiglio che sento di dare è di continuare a fare movimento, in sicurezza e nel rispetto delle norme, per mantenere corpo e mente in salute. Anche quando siamo in una completa situazione di quiete, il nostro corpo continua a muoversi in maniera quasi impercettibile: il cuore batte, la ventilazione avviene in modo autonomo ossigenando le nostre cellule che continuano ininterrottamente i loro processi biochimici vitali. Ascoltate il vostro corpo: continuate a muovervi, perché il movimento è vita!
Supera te stesso e supererai il mondo. Quanto è vera questa frase di Sant’Agostino per lo Sport e per la vita?
Da Sant’Agostino in poi, il tema del limite ha impegnato filosofi e scrittori, ma a mio modo di vedere deve riguardare ognuno di noi. La chiave di volta per il nostro successo è dentro di noi e risiede nella nostra abilità di affrontare con onestà e moderazione i nostri limiti, potenziando i nostri asset. Nello sport, come nella vita, l’impegno e la perseveranza ci porteranno a raggiungere nuovi traguardi e a migliorare noi stessi, sia come atleti, agonisti e amatoriali, o semplicemente ad essere persone migliori. La spinta ad agire in vista di uno scopo, verso qualcosa dalla quale si è attratti è, nella pratica sportiva, un aspetto personale, infatti, nella stessa disciplina, possono essere diversi i bisogni che gli atleti soddisfano attraverso gli allenamenti e gli obiettivi prefissati. Il personal Trainer serve proprio a guidare gli atleti e non, a superare sé stessi, senza abbandonare la sfida, step by step, fino a raggiungere, senza mollare, obiettivi realmente accessibili.