Ketoprofene nel trattamento del dolore e dell’infiammazione

Ketoprofene nel trattamento del dolore e dell’infiammazione

7 Gennaio 2023 Off Di La Redazione

Disponibile ormai da oltre 30 anni ketoprofene sale di lisina è sicuramente fra gli antinfiammatori più largamente utilizzati, sia nel trattamento del dolore e dell’infiammazione, sia nella terapia delle infezioni respiratorie. Il suo meccanismo d’azione è quello tipico degli antinfiammatori e passa attraverso l’inibizione della ciclossigenasi, l’enzima che trasforma l’acido arachidinoico in prostaglandine e trombossano. A differenza di altri antinfiammatori la sua azione non si limita a questo, ma sembra avere un effetto inibitorio anche sulla via della lipossigenasi, con conseguente riduzione della produzione dei leucotrieni che a sua volta si traduce in una riduzione della permeabilità vascolare e del reclutamento di linfociti e macrofagi, importanti nella genesi del danno cartilagineo (1). Ketoprofene sale di lisina è anche in grado interferire con diversi altri fattori implicati nella trasmissione del dolore: ha dimostrato di possedere un effetto inibente sul recettore B2 del potente algogeno bradichinina e di interagire con il sistema serotoninergico. Questa molteplicità di azioni potrebbe rendere ragione della particolare efficacia sul dolore di ketoprofene sale di lisina. Oltre che efficace l’azione di questo FANS risulta essere anche rapida proprio grazie alla salificazione con sale di lisina che rende la molecola più solubile e quindi più rapidamente assorbibile. Ciò consente al farmaco di raggiunge il picco plasmatico nell’arco di 15 -20 minuti dall’assunzione, con conseguente rapidità di insorgenza dell’effetto analgesico e antipiretico. Un’altra caratteristica importante da considerare in un farmaco è la sua capacità di raggiungere e di concentrarsi nei siti in cui è chiamato a esercitare il suo effetto. Ketoprofene sale di lisina presenta uno spiccato tropismo per i fluidi e le cavità articolari in cui raggiunge concentrazioni sovrapponibili a quelle plasmatiche già dalla terza ora, mentre alla quinta ora le concentrazioni sinoviali sono doppie rispetto a quelle plasmatiche. Dal profilo del farmaco si comprende come le sue indicazioni includano le patologie acute a carattere doloroso-infiammatorio, gli stati febbrili del bambino e dell’adulto e le patologie cronico-degenerative caratterizzate da un’importante componente dolorosa e infiammatoria. Un esempio di dolore acuto in cui il farmaco è stato testato è quello postchirurgico; in uno studio controllato condotto su 161 pazienti reduci da vari tipi di chirurgia, i soggetti sono stati randomizzati a ricevere ketoprofene alla dose singola di 50 o 150 mg o, in alternativa, l’associazione di paracetamolo (650 mg) più codeina (60 mg) in dose singola. L’effetto di ketoprofene è risultato significativamente superiore rispetto al braccio di controllo in termini di rapidità, ampiezza e durata dell’effetto antalgico. Un’altra indicazione in cui ketoprofene sale di lisina si dimostra particolarmente efficace è rappresentata dai traumi dei tessuti molli in cui la rapidità di comparsa dell’effetto analgesico rappresenta uno degli elementi determinanti. Anche nella lombalgia acuta la rapidità di insorgenza dell’effetto farmacologico è particolarmente gradita. In uno studio condotto in 115 pazienti con lombalgia acuta, il farmaco si è dimostrato superiore all’indometacina in termini di rapidità d’azione, tanto che ben il 61% dei pazienti che avevano ricevuto ketoprofene sale di lisina aveva mostrato una sensibile riduzione del dolore, contro il 46.9% del gruppo di controllo.

Per quanto riguarda il dolore cronico, le due principali patologie in cui trova indicazione sono rappresentate dall’osteoartrosi e dall’artrite reumatoide. Il dolore che accompagna l’osteoartrosi ha una patogenesi complessa in cui entrano in gioco sia l’entità del danno tissutale, sia fenomeni di ipersensibilizzazione periferica e centrale, probabilmente mediati da fattori di crescita nervosa, con conseguente iperalgesia. In questi pazienti può essere particolarmente utile impiegare un FANS come ketoprofene sale di lisina che, accanto al classico effetto antinfiammatorio periferico è in grado di interferire con i meccanismi coinvolti nei processi di amplificazione centrale del dolore, quali la via serotoninergica e la modulazione delle β-endorfine e della sostanza P. Analogamente, l’elevato tropismo per le cavità articolari e la notevole capacità di inibire la sintesi locale di citochine infiammatorie ne fanno un FANS molto interessante anche nel trattamento del dolore nell’artrite reumatoide.

 

 

 

 

Fonte: http://www.doctor33.it/ketoprofene-sale-di-lisinaindicazioni-e-caratteristiche-farmacocinetiche-e-farmacodinamiche/articolo-82361.html