La Cgil dice no alla chiusura del Punto nascite di Piedimonte
22 Novembre 2018Le zone disagiate dell’Alto casertano vanno tutelate anche e soprattutto nell’erogazione di servizi sanitari essenziali la cui mancanza nel pubblico favorirebbe solo i privati e la migrazione sanitaria.
La paventata disattivazione del punto nascite di Piedimonte Matese sarebbe un grave colpo alla sanità pubblica in una Provincia con già troppi problemi” – così Matteo Coppola, Segretario Generale della Cgil di Caserta “Auspichiamo che durante l’audizione in commissione il prossimo 27 novembre si prendano le decisioni opportune per far sì che i cittadini non vengano privati di un fondamentale servizio in un territorio di riferimento per comunità lontane da altri presidi”.
Il punto nascite di Piedimonte Matese, così come quello di Sapri e Polla (SA), è a rischio chiusura dal primo gennaio del prossimo anno a causa del mancato raggiungimento del numero minimo di part.
Già altri presidi ospedalieri della regione si sono trovati sotto i livelli minimi, ottenendo però una deroga ministeriale. Questo il ragionamento del sindacato.
“Non è possibile – dichiara Felice Zinno, della FP Cgil di Caserta – prendere decisioni fondamentali per i cittadini sulla base di meri calcoli numerici. Zone logisticamente e geograficamente svantaggiate hanno il diritto di non vedersi private di servizi essenziali per la cittadinanza, per di più con la conseguenza di vedere aumentata la mobilità sanitaria infra-regionale, a vantaggio della sanità privata, o interregionale con chiari disagi per gli utenti”
“La Cgil – conclude Matteo Coppola – continuerà a far pressione sulle istituzioni regionali e nazionali per scongiurare quella che si profila come un ennesimo scippo ai danni dei cittadini della Provincia di Caserta”.