La Cisl-Fp Salerno denuncia il “disastro salute mentale”
13 Dicembre 2021“Nonostante le gravissime criticità rappresentate e sollecitate, il direttore del Dipartimento di Salute Mentale non solo ha ritenuto opportuno concludere unilateralmente il tavolo tecnico avviato al fine di ottimizzare i servizi e riqualificare l’assistenza, ha anche ben pensato di chiudere il servizio notturno di tutti i Centri di salute mentale, forse in quanto la discussione avviata mostrava la personalistica gestione da parte dei dirigenti periferici, funzionale a mantenere inalterata l’organizzazione sebbene tutt’altro che rispondente ai bisogni concreti e reali degli utenti. Con la chiusura di essi e senza l’apertura di altri servizi, la direzione dipartimentale ha una visione ospedalocentrica che va ad ingolfare ulteriormente l’attuale difficile gestione dei pronto soccorso che stanno avendo un aggravio di carico di lavoro attesa l’epidemia in atto che già sta causando ulteriori focolai in tutte le strutture sanitarie territoriali, abbandonando così l’idea di continuità assistenziale di prossimità e il suo annesso rafforzamento di cui tanto si parla.
Ad oggi, denunciano i dirigenti della CISL FP di Salerno – Paolo Fasolino, Andrea Pastore, Lorenzo Conte e il segretario provinciale Alfonso Della Porta – è totalmente inaccettabile ricorrere alle ospedalizzazioni anche quando trattasi di pazienti fragili e che non hanno bisogno di trattamento sanitario obbligatorio. Eppure nel mentre si intravede la morte dei centri di salute mentale territoriali i servizi psichiatrici di diagnosi e cura vedono i lavoratori, già oberati di lavoro per conclamate carenze di organico rispetto al rapporto infermieri- medici- operatori socio sanitari/ paziente, impegnati non solo nei reparti di appartenenza ma anche a d over gestire gli utenti che accedono nei pronti soccorso, lasciando le unità operative ospedaliere scoperte.
L’azione messa in atto dal capo dipartimento dell’Asl Salerno – concludono i dirigenti della CISL FP di Salerno – risulta di una inaudita gravità tale da ledere la salute e la salvaguardia degli utenti e di tutti i lavoratori coinvolti. Dopo 41 anni dalla legge Basaglia si assiste ad un annunciato disastro targato Corrivetti.