La Didattica All’Aperto
8 Aprile 2021Annamaria Pacciolla: “Non possiamo trascurare la dirompenza dell’interruzione della frequenza scolastica e dell’imposizione della Dad”.
Didattica all’aperto. Ecco l’originale studio-proposta di Annamaria Pacciolla, Medico Chirurgo, Specialista in Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza e Psicoterapeuta, Specialista Ambulatoriale presso il Distretto 53 Asl Napoli 3 Sud, di Castellammare di Stabia.
“Da un anno ormai, provo a dare il mio puntiforme contributo per arginare lo tsunami emotivo, di cui ancora non siamo in grado di definire l’entità dimensionale e temporale, che la pandemia e le sue restrizioni stanno determinando su bambini e adolescenti. In un anno sto assistendo ad una gravità clinica e ad una atipicità di sintomi per intensità, modalità e tempestività d’esordio che non ho constatato in 16 anni di professione. Ovviamente, non si può attribuire l’eziologia di questo fenomeno UNICAMENTE alla chiusura delle scuole. Eppure, non possiamo trascurare la dirompenza dell’interruzione della frequenza scolastica e dell’imposizione della Dad, con tutti i suoi limiti, sullo sviluppo emotivo-relazionale-adattivo-prestazionale dei nostri futuri uomini. Non sono mai stata e difficilmente lo diventerò, almeno fino a quando i dati sulla corsa della pandemia non saranno più clementi, una fautrice della scuola in presenza-sicura-a-tutti-i-costi.
Considerando la mitezza del nostro clima (soprattutto in questo periodo dell’anno), l’incommensurabile numero di siti archeologici all’aperto, parchi, ville, boschi, spiagge ho pensato di proporre una DIDATTICA ALL’ APERTO PER PICCOLI GRUPPI PER ALMENO 2 ORE AL GIORNO. Si potrebbe consentire così ai nostri piccoli di
1) uscire di casa (godere dei benefici del sole e dell’ossigeno);
2) incontrare i propri pari;
3) fare attività motoria ed esplorare nuovi luoghi;
4) incuriosirsi agli argomenti proposti dai prof a partire da uno stimolo esperienziale.
Questo progetto appare indispensabile allo stato attuale, durante l’emergenza sanitaria, ma sarebbe molto efficace anche successivamente.
I benefici in termini di prevenzione della salute mentale e implementazione della curiosità intellettuale ed emotivo-esperienziale delle future generazioni di adulti sarebbero impagabili.
La presente comunicazione nasce dall’intenzione di numerosi medici ed esperti a vario titolo dell’età evolutiva (Psicologi, Educatori Professionali, Docenti…) di proporre una riforma della didattica durante l’emergenza pandemica attuale, che possa rappresentare un’opportunità per l’incipit di una riforma globale del sistema scolastico italiano, indipendentemente dalle contingenze emergenziali.
Viene proposto di seguito un modello di Didattica All’Aperto (DAA):
PREMESSE A SOSTEGNO DELLA NECESSITA’ DI UNA RIFORMA DELLA SCUOLA ITALIANA (vengono riportati dati tra i più recenti disponibili sul sito dell’ISTAT)
Un’interpretazione in chiave positiva dei dati sottoindicati consente di ipotizzare che una riforma dell’attuale sistema scolastico, tesa ad implementare l’interesse dei minori alla scuola e agli apprendimenti in genere, potrebbe sortire effetti vantaggiosi in molti ambiti: assiduità e continuità della frequenza scolastica, riduzione della disoccupazione, criminalità e suicidalità giovanile.
– I giovani d’età compresa tra 18 e 24 anni che nel 2019 risultavano aver abbandonato prematuramente gli studi sono il 13,5% (il valore assoluto è 561.000).
– Nel 2019 i disoccupati d’età compresa tra 18 e 24 anni sono stati 134.000; gli inattivi tra 18 e 24 anni (zona grigia dell’inattività e coloro che non cercano o non vogliono lavorare) 228.000.
– Nel 2019 i soggetti d’età compresa tra 18 e 24 anni con licenza elementare/nessun titolo di studio sono stati 58.000.
– Nel 2017 sono stati imputati per reati penali 19.359 soggetti d’età compresa tra 10 e 18 e più anni
– Nel 2018 il numero di suicidi tra i 15 e i 34 anni d’età è stato 537.
– Nel 2018 dei suicidi dai 15 anni e oltre (3730), 1160 avevano conseguito la licenza elementare/nessun titolo, 1474 la licenza media, 863 il diploma, 233 la laurea/diploma universitario.
PREMESSE A SUPPORTO DELLA NECESSITA’ DI RENDERE PIÙ SICURA LA DIDATTICA IN PRESENZA E TROVARE NUOVE STRATEGIE DIDATTICHE DURANTE L’EMERGENZA SANITARIA
– Alla Pandemia e alle restrizioni ad essa associate (inclusa la DAD) si sta associando un incremento dell’incidenza di disturbi psicopatologici di vario tipo (disturbi dell’umore, gesti autolesivi, suicidalità, disturbi d’ansia…) in età evolutiva (1)
1 “Vicari (Bambino Gesù) Allarmati per aumento di tentati suicidi in pandemia” Fanpage 19/01/2021,
“Didattica a Distanza, pregi e difetti: cosa dicono gli studi”, Psicologo Italia, 06/04/2021, – La didattica in presenza non garantisce il contenimento del contagio iii
– Il rischio di contagio all’aperto è di gran lunga inferiore a quello nei luoghi chiusi
– Attualmente le vaccinazioni anti-COVID-19 sono consentite a partire dai 16 anni
– La Didattica A Distanza (DAD), così come è stata applicata finora, sta verosimilmente amplificando la dispersione scolastica e le disuguaglianze tra i diversi ceti sociali nell’accesso quali-quantitativo all’istruzione, nel raggiungimento degli obiettivi didattici e pedagogici e nel grado di soddisfazione di alunni e genitori nei confronti della scuola. Inoltre, la DAD, per i limiti intrinseci alla stessa, non è in grado di sollecitare negli alunni uno stile di apprendimento cooperativo e inclusivo, così come la didattica in presenza.
– La DAA consente di attivare una serie di strategie esperienziali di apprendimento, l’efficacia delle quali è dimostrata da presupposti neurobiologici iv, epistemologici v e psicopedagogici vi.
– Esperienze efficaci di DAA sono già attive (L’asilo nel Bosco, Scuola Francese di Roma, IC Visconti di Roma, Scuola Madonna Assunta di Bagnoli…), come indicato sul sito della Rete di Scuole Pubbliche all’Aperto.
Tutto ciò premesso s’intende proporre una nuova modalità di DAA da programmare all’interno di siti archeologici, parchi, boschi, spiagge, giardini…
Tale attività didattica potrebbe integrare la didattica in presenza e/o la Didattica a Distanza. I vantaggi sugli alunni sarebbero molteplici:
1) possibilità di lasciare il nucleo abitativo, interrompendo la routine imposta dalle restrizioni legate alla pandemia, con un’auspicabile riduzione della ricerca compulsiva di apparecchi elettronici e digitali e social network;
2) fruire dei benefici degli spazi aperti (esposizione ai raggi solari, respirare all’aria aperta, praticare attività motoria…);
3) incontrare i propri pari, rispettando le norme previste dal distanziamento sociale nei luoghi aperti;
4) incuriosirsi agli argomenti proposti dai docenti, a partire da uno stimolo esperienziale;
5) visitare luoghi e siti in compagnia dei propri compagni e con la guida, foriera di suggestioni ed informazioni nuove, dei propri docenti;
6) apprendere nuove strategie di apprendimento e ricavarne una motivazione propulsiva agli apprendimenti scolastici;
7) familiarizzare con le convenzioni e le autonomie sociali negli spazi aperti, sotto la guida degli educatori.
8) altro…
STRATEGIE OPERATIVE:
1) Formazione dei docenti disponibili alla DAA
2) Individuazione degli ambienti disponibili nei vari territori, privi di barriere architettoniche (così da garantire l’inclusione anche agli alunni con disabilità motorie)
3) Formulazione di un consenso informato da sottoporre alla condivisione dei genitori, che definisca in maniera chiara i vantaggi legati alla DAA e i presunti rischi (conformemente ai consensi informati che vengono proposti per terapie farmacologiche off label, vaccinazioni, interventi chirurgici, gite scolastiche…). Per i figli di genitori che non forniranno il loro consenso alla DAA, potranno essere garantite attività in piccolo gruppo in presenza o in DAD. Le adesioni e le opposizioni al consenso potranno essere reversibili.
4) Saranno previsti piccoli gruppi di alunni (massimo 5, tra questi non più di un alunno diversamente abile)
5) Il trasporto sarà consentito, per i genitori che lo richiederanno, attraverso mini-scuolabus
6) Le procedure di igienizzazione e fruizione di servizi igienici saranno garantite, nei siti archeologici, nei locali già disponibili e, negli spazi aperti, attraverso Box igienizzanti e/o mediante la predisposizione di mini-scuolabus dotati di servizi igienici.
7) Si potranno prevedere 2 ore di DAP per 2-3 giorni a settimana per alunno (i gruppi saranno a rotazione), compatibilmente con le adesioni al consenso, la disponibilità dei docenti e le previsioni meteo
8) Un gruppo tecnico si occuperà, con un preavviso congruo, della gestione della rotazione dei gruppi e del monitoraggio delle previsioni meteo
9) Potranno essere coinvolti con progetti di collaborazione Esperti Esterni (Attori, Scrittori, Medici, Psicologi, Educatori Professionali, Scienziati, Guide Turistiche, Musicisti, Cantanti, Atleti, Antropologi…) che potranno fornire il loro contributo agli interventi didattici, consentendo agli alunni di usufruire di interventi didattico-esperienziali innovativi e percepire anche i propri docenti in una dimensione di “discenti”.
i Cosa dicono i risultati principali dello studio su Lancet Regional Health? Sostengono che: a) l’incidenza SARS-CoV-2 tra gli studenti 6-13 anni è molto più bassa (66/10 000) rispetto a quella della popolazione generale (108/10 000); b) l’incidenza SARS-CoV-2 tra gli studenti 14-18 anni è appena inferiore (98/10 000) a quella della popolazione generale; e c) l’incidenza SARS-CoV-2 tra insegnanti e personale scolastico è più del doppio (220/10,000) di quella della popolazione generale. In altre parole, sono proprio i dati in Figura 1 di questa ricerca spesso interpretata come solida evidenza a sostegno dell’ipotesi che “la scuola è sicura” a indicare che in realtà non lo è affatto. (1) Per approfondimenti vedi allegato N. 1.
In precedenza, oltre a uno studio su Euro Surveillance che aveva dimostrato che la trasmissione all’interno delle scuole medie e superiori Italiane avviene soprattutto tra gli studenti di età compresa tra i 10 e 18 anni (2), un’analisi cross-nazionale pubblicata su Lancet Infectious Diesases, riguardante centinaia di paesi inclusa l’Italia, ha concluso che la riapertura delle scuole può effettivamente aumentare il numero di riproduzione. (3) C’è anche un contributo su Italian Journal of Pediatrics dove addirittura nel titolo si dichiara che la scuola in Italia è sicura, nonostante i dati presentati dagli autori includano una prevalenza SARS-CoV-2 dell’1.1% in uno dei tre periodi considerati durante la seconda ondata. Se questa proporzione venisse estrapolata ai quasi 8,5 milioni di studenti e oltre 800mila docenti (senza contare bidelli, amministrativi e altro personale) parleremmo di oltre 100 mila contagiati. (4) Anche questo studio in pratica ha dimostrato, a insaputa degli autori, che la scuola non è affatto sicura. Riaprire le scuole è una priorità, tuttavia sono necessari interventi efficaci al fine di renderle davvero sicure. In un recente editoriale sulla rivista The Lancet, Deepti Gurdasani e colleghi affermano con forza che la riapertura delle scuole senza robusti interventi di mitigazione Covid-19 rischia di accelerare la pandemia. Secondo gli autori, affermare che le scuole non contribuiscano alla trasmissione del virus, sulla base di dati limitati, implica indirettamente un abbassamento di attenzione rispetto alle strategie di protezione. Questo è specialmente vero con la diffusione delle nuove varianti. Secondo un recente report dell’ISTAT, in Italia al 18 marzo scorso la prevalenza della cosiddetta ‘variante inglese’ del virus Sars-CoV-2 era del 86,7%, con valori oscillanti tra il 63,3% e il 100% nelle singole regioni. In pratica, questi dati suggeriscono che gli studi sopra discussi sono pertinenti per quel che concerne poco meno del 15% dei contagi del paese. (5)
Il comitato tecnico scientifico indipendente del Regno Unito (Independent SAGE) sottolinea spesso che per aprire le scuole in modo sicuro dovremmo affidarci a dei dati (tempestivi) non a delle date. Quelli che abbiamo non sono sufficienti. L’editoriale su Lancet ha anche incluso un elenco di raccomandazioni su come ridurre la trasmissione Covid-19 per rendere la scuola davvero sicura. Questi consigli sono applicabili anche ad altri paesi. Ma se alcuni politici e scienziati hanno già deciso a priori che la scuola è sicura, e continueranno a selezionare solo le informazioni che confermano la loro ipotesi, le raccomandazioni del Lancet rimarranno inascoltate.