La discutibile “eternità” delle protesi d’anca
27 Maggio 2019Ingiusto alimentare illusioni: materiali sempre più sofisticati e tecnologie all’avanguardia non bastano a garantire durata illimitate agli ausili protesici.
Nei giorni scorsi diversi organi di comunicazione hanno dato notizia dell’imminente arrivo anche in Italia di “protesi d’anca eterne”, ossia dell’imminente disponibilità di protesi rivestite in ceramica. Il professore Francesco Falez, presidente della Siot (Società italiana di ortopedia e traumatologia) smentisce la notizia e avverte: “Si tratta di voci illusorie e del tutto nocive per i pazienti che hanno la necessità di sottoporsi a un intervento di protesi d’anca”.
Secondo il professore Falez il fatto che la protesi non si consumi non significa che può essere utilizzata dal paziente, soprattutto dai cittadini in giovane età, per tutta la vita. “Non è vero che questo tipo di protesi sarà disponibile sul mercato dal 2020: solo pochi centri saranno autorizzati al suo impiego sempre in forma di centri pilota”. Ma soprattutto non è corretto parlare di una protesi eterne. “Questo – chiarisce Falez – perché oggi le incertezze legate alla durata prevedibile delle protesi non sono solo legate all’usura, tematica ormai parzialmente superata. Infatti oggi grazie all’impiego di ceramiche per le superfici di scorrimento le protesi presentano livelli di usura minimali ma la loro durata eternapuò essere comunque limitata da altre motivazioni. La protesi si può infettare, oppure muoversi a seguito delle modifiche legate a condizioni di osteoporosi dell’osso che nei casi più gravi può giungere a rompersi”.