La Fimmg sull’aggressione a un medico di continuità assistenziale
20 Maggio 2022Sparano: «Indignati e preoccupati, medici di medicina generale capri espiatori delle carenze e della burocrazia».
«È gravissimo e inaccettabile che un medico deputato alla continuità assistenziale debba rischiare di essere aggredito selvaggiamente durante il turno di lavoro. A nome mio personale, della Fimmg e – sono certo di poter dire – di tutti i medici, esprimo solidarietà al collega per l’incubo che ha vissuto e che sta vivendo». A parlare è Luigi Sparano, segretario provinciale Fimmg, che stigmatizza la brutale aggressione subita dal dottor Antonio Manzo, medico di Continuità Assistenziale del Distretto 40, (Presidio di Melito), per essersi giustamente rifiutato di assecondare una richiesta impropria di certificazione telematica di malattia.
«Siamo allibiti – prosegue Sparano -, ma anche indagati per l’amara considerazione che questi episodi sono ormai sempre più frequenti. La medicina generale, in generale, e la medicina di famiglia e di continuità assistenziale, in particolare, sono infatti soggette a quotidiani attacchi di violenza». Un nodo che il segretario regionale Fimmg definisce «ancora resta tutto da sciogliere» nonostante i ripetuti episodi. «Siamo tra l’incudine e il martello – denuncia Sparano -vittime e capri espiatori delle carenze del sistema e della burocrazia».
La certificazione telematica di malattia è un fardello che i medici di medicina generale portiamo ormai da tempo, con tutte le responsabilità del caso, sino addirittura a dover certificare diagnosi non obiettivabili, come, ad esempio, cefalea o diarrea.
«È essenziale che nei contesti più a rischio le Istituzioni facciano sentire la propria presenza e diano delle risposte immediate, ai fini di tutelare la nostra attività assistenziale», prosegue il segretario regionale Fimmg. «Il rischio giornaliero di azioni violente ci rende meno efficienti nel fare prevenzione, diagnosi e terapia per la parte di cittadinanza che, con rispetto delle regole e rispetto del professionista, chiede la dovuta assistenza medica territoriale». Di qui anche l’appello al Legislatore di rivalutare la proposta di legge, per ora bocciata, che normi ogni medico come Pubblico Ufficiale e di legiferare l’autocertificazione di stato di malattia, così come avviene nel resto d’Europa.