La gestione della tosse nel bambino
12 Maggio 2023La tosse è uno dei sintomi che il pediatra è chiamato a trattare con maggior frequenza; nonostante nella maggioranza dei casi si risolva nell’arco di poche settimane, è spesso causa di disagio per il piccolo paziente e di ansia e preoccupazione per i genitori. La necessità di gestire nel modo migliore questo sintomo ha stimolato di recente la Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (SIAIP) a produrre un algoritmo molto pratico, utile per guidare i medici, in primo luogo i pediatri, a gestire i piccoli pazienti con tosse. Quest’ultima – si legge nel documento – nel 90% circa dei casi è il sintomo di un’infezione delle alte vie aeree, più spesso di origine virale, mentre i restanti casi sono attribuibili ad allergie o all’esposizione a sostanze irritanti. Riguardo all’età dei pazienti, circa un terzo dei casi coinvolge bambini in età prescolare, con un impatto non trascurabile in termini socio-economico-sanitari. Inoltre, dato che nella maggior parte delle occasioni la tosse è un sintomo secondario a un’infezione virale, il ricorso agli antibiotici non è utile nel migliorare la sintomatologia né per prevenire eventuali complicanze. Gli esperti suggeriscono quindi una flow-chart basata sulla vigile attesa (una volta esclusa la presenza di segnali d’allarme, quali dolore toracico, tosse produttiva, emottisi, etc.) che deve prevedere l’analisi dei dati anamnestici e clinici accompagnati da un counseling familiare. È necessario valutare la presenza di eventuali fattori ambientali, quali irritanti, allergeni, fumo di sigaretta, che contribuiscono all’esacerbazione del sintomo. Per quanto riguarda la presenza di un’infezione è necessario considerare che quelle delle alte vie respiratorie (laringotracheiti) e quelle delle basse vie respiratorie (bronchiti) non complicate possono continuare a essere monitorate, ma devono anche prevedere un adeguato counseling familiare con l’obiettivo di rassicurare i genitori e di spiegare loro come la tosse abbia spesso una natura e un’evoluzione benigna. Poiché la tosse rappresenta spesso un sintomo molto disturbante, con un pesante impatto sul sonno del bambino e dei suoi genitori, nel periodo di attesa è utile ricorrere all’impiego di prodotti con documentata sicurezza per controllare il sintomo. In tal senso va specificato che, se sono molti i rimedi di comprovata efficacia, sono pochi quelli che, come levodropropizina, agente antitussivo non oppioide, hanno dimostrato l’assenza di depressione dei meccanismi centrali del respiro e, quindi, un’azione esclusivamente periferica, con un favorevole profilo di sicurezza, soprattutto nei bambini. A questo proposito la raccomandazione che viene fatta dagli esperti della SIAIP è di ricorrere a sedativi periferici, quale appunto la levodropropizina, indicata per il trattamento sintomatico della tosse negli adulti e nei bambini di età superiore ai 2 anni. L’utilità di questo farmaco in età pediatrica come antitussivo in concomitanza di infezioni sia delle alte che delle basse vie respiratorie (4, 5) trova ampia conferma in letteratura. In particolare, i risultati di una metanalisi di quattro studi randomizzati dimostrano l’elevata efficacia della levodropropizina in termini di riduzione della frequenza e dell’intensità della tosse.