La malattia coronarica ostruttiva aumenta il rischio di infarto miocardico anche se asintomatica
10 Aprile 2023«L’aterosclerosi coronarica può provocare un infarto miocardico nell’ambito di una cardiopatia ischemica» ricorda il primo firmatario dell’articolo Andreas Fuchs, del Dipartimento di Cardiologia al Copenhagen University Hospital-Rigshospitalet, in Danimarca, precisando che un’aterosclerosi coronarica subclinica può essere presente in età precoce molti anni prima che si sviluppino i sintomi ischemici. «Per oltre mezzo secolo la malattia coronarica ostruttiva, definita come stenosi coronarica del 50% o superiore, è stata considerata una caratteristica chiave del rischio elevato, sebbene negli ultimi decenni l’estensione dell’aterosclerosi nell’albero coronarico e le caratteristiche morfologiche della placca siano state riconosciute come fattori di rischio di importanza significativa» scrivono i ricercatori, che per studiare l’associazione tra aterosclerosi coronarica subclinica e rischio di infarto miocardico hanno valutato 9.533 persone asintomatiche di età pari o superiore a 40 anni senza malattie cardiovascolari utilizzando l’angiografia con tomografia computerizzata (CTA) per diagnosticare l’aterosclerosi coronarica ostruttiva. Così facendo hanno scoperto che il 54% dei partecipanti non aveva coronarie aterosclerotiche, mentre tra il 46% delle persone con questa condizione il 36% aveva una malattia non ostruttiva e il 10% una malattia ostruttiva, con un significativo aumento del rischio di infarto del miocardio.
E un editoriale di accompagnamento firmato da Michael McDermott e da David Newby del BHF Center for Cardiovascular Science all’Università di Edimburgo, si sottolinea che questi risultati offrono l’opportunità di analizzare la storia naturale della malattia coronarica in assenza di angioplastica disostruttiva. «Lo studio fornisce anche dati inestimabili sulla prevalenza della malattia coronarica asintomatica, estremamente utili nelle strategie di prevenzione della salute pubblica e nella messa a punto di terapie preventive nelle persone sottoposte a screening per malattia coronarica occulta» concludono gli editorialisti.