La malattia di Alzheimer potrebbe essere una malattia autoimmune
12 Ottobre 2022C’è una nuova teoria riguardante la malattia di Alzheimer (AD). In un articolo pubblicato su Alzheimer’s & Dementia, viene proposto un nuovo modello meccanicistico in cui l’AD, piuttosto che un disturbo “del”, sia una malattia “nel” cervello di tipo autoimmunitario.
«Abbiamo bisogno di nuovi modi di pensare a questa malattia e ne abbiamo bisogno ora» ha detto l’autore Donald F. Weaver, co-direttore del Krembil Brain Institute in Canada, che ha spiegato come finora di solito la ricerca si sia basata sulla teoria secondo cui la proteina beta-amiloide si trovi in maniera anomala a livello cerebrale, dove si accumula. «Tuttavia crediamo che la beta-amiloide sia proprio dove dovrebbe essere. Essa agirebbe come un immunopeptide – un messaggero all’interno del nostro sistema immunitario – in modo che, se abbiamo un trauma cranico, lo ripara. Se si presenta un virus o un batterio, la beta-amiloide è lì per combatterlo» ha affermato l’autore. La beta-amiloide sarebbe quindi una citochina in grado di innescare una cascata dell’immunità innata in risposta ad alcuni eventi. I problemi inizierebbero a questo punto. Secondo la teoria, la proteina non riuscirebbe a differenziate i batteri dai neuroni, a causa di alcune loro similitudini. L’attacco successivo a tali cellule da parte della beta-amiloide rientrerebbe quindi nel quadro di una malattia autoimmune. I prodotti di degradazione dei neuroni necrotici provocherebbero un ulteriore rilascio di beta-amiloide, e così via. Per poter sviluppare un modello innovativo completo dell’AD che, come spiegato nell’articolo, “armonizza molteplici teorie divergenti in una spiegazione completa unificata”, il gruppo di ricerca ha esaminato a fondo la letteratura scientifica.
«I risultati hanno portato a un nuovo modello molecolare integrato per l’AD: “Il morbo di Alzheimer come malattia autoimmune” (“AD2“). Nell’AD2, l’AD è un disturbo dell’immunità innata incentrato sul cervello che coinvolge meccanismi concomitanti autoimmuni e autoinfiammatori» si legge. Il modello cerca di armonizzare altre proposizioni meccanicistiche e riconosce la beta-amiloide come un immunopeptide oligomerizzante a livello fisiologico e parte di un processo immunopatico molto più ampio e altamente interconnesso. Nel modello, inoltre, il metabolismo dell’L-triptofano e quello dell’L-arginina risultano regolatori dell’immunità innata, il che potrebbe indicare nuovi approcci per la diagnosi e la terapia di questa patologia. «In laboratorio siamo molto entusiasti. Pensiamo che questa teoria autoimmune sia valida e rappresenti un significativo passo avanti concettuale» ha dichiarato Weaver.