La nomina della discordia
7 Agosto 2019Il rettore dell’Unisa non si limita a sollevare critiche sul recentissimo avvicendamento al vertice del Ruggi ma spara “a pallettoni” sul nuovo incaricato.
Un certo decisionismo, soprattutto se diventa stimolo per ridurre inutili lungaggini burocratiche, ci può anche stare. Se però diventa frenesia di risolvere tutto, presto e bene, allora si profila il rischio concreto dell’effetto boomerang: dello sgarbo istituzionale. Un fenomeno, purtroppo, in aumento sul palcoscenico nazionale e di triste attualità, come dimostrano le recenti esternazioni del presidente del Consiglio Conte all’indirizzo del Ministro degli interni.
Si bissa sul piano regionale, causa la decisione adottata dal governatore De Luca di affidare la gestione del “Ruggi di Aragona” – restato orfano del direttore generale Longo, passato a dirigere il Cardarelli – a Vincenzo D’Amato, investito di incarico commissariale.
Il “Ruggi”, infatti è azienda ospedaliera universitaria e, pertanto, garbo istituzionale contemplerebbe il gradimento sulla nomina, preventivo anche se non vincolante, anche da parte dell’Università.
A poco è servito il tentativo dell’Ufficio stampa di Giunta di omettere di inserire questo incarico, assegnato con atto deliberativo al pari degli altri, nella lista delle nomine della sanità. Per i più questo peccato omissivo è passato come “svista” ed ignorato, pertanto, dalle agenzie di stampa e da molti quotidiani.
Se ne è ben accorto, invece, il ben informato rettore dell’Ateneo salernitano Aurelio Tommasetti che oltre a sollevare la questione del numero eccessivo (ben sette in pochi anni) dei manager dell’azienda ospedaliera universitaria di Salerno, punta il dito sulla mancanza d’esperienza del neoincaricato: “Dalla lettura del curriculum mi sembra una candidatura non in linea, rispetto alle aspettative di un’azienda ospedaliera così complessa” e, ancora “non ha esperienza da direttore generale in un’azienda ospedaliera universitaria” e ancora “penso che rappresenti una mortificazione per il nostro territorio”. La chiusa del rettore è al vetriolo: “Quando si tratta di sanità ed università non si può scherzare”.
I rapporti fra De Luca e Tommasetti non sono mai stati idilliaci ma siamo pronti a scommettere che dopo queste esternazioni del Magnifico non miglioreranno.