La prima medicina è il medico
11 Gennaio 2025 “La prima medicina che un buon medico prescrive è sé stesso”. Una convinzione maturata in lunghi anni di studio ed esperienza portò Balint a ideare i “Gruppi Balint. L’analista Interpretò del medico il bisogno di aiuto, il disagio, l’alternanza di successo e insuccesso, la terza età, il braccio di ferro con le richieste di benessere e vita del paziente e dei familiari del paziente. Il soffrire è un torrente in piena che, molto spesso, tracina e supera qualsiasi resistenza o argine. Balint comprese il rischio professionale, la depressione e il burnout, il numero elevato di suicidi e tentativi di suicidio tra i medici, la necessità di realizzare una maggiore competenza emotivo-relazionale, un benessere lavorativo nel tentativo di contenere l’usura del “curante”.
Occorreva un metodo al passo con una medicina burocratizzata, condizionata da parametri economici, dal sovranismo della macchina e di internet, dalle innovazioni della ricerca, dalla complessità e dai costi salute, dalla inadeguatezza delle risorse, da una esaltazione della forma, dalle patologie psicosomatiche. Un insieme di concause che sono, molto spesso, la radici di fenomeni di aggressività e storie di malasanità. Generano un’atmosfera di ansia e diffidenza, una medicina difensiva che ricade, inesorabilmente, sulla salute e il benessere del paziente e sulla resilienza degli operatori sanitari.
Un buon medico è la prima medicina…. Un “buon medico” realizza la prima medicina per il paziente. Una medicina “prima” in ordine numerico e “prima” sul piano emotivo-emozionale. Una consapevolezza che ha tracciato il volto della medicina di famiglia e la cui ricaduta è un tassello importante nella definizione del criterio diagnostico-farmacologico.
La relazione medico-paziente rimane, nonostante le difficoltà, un sentimento forte, controverso e aperto al confronto. A richieste dell’impossibile si contrappongono risposte limitate al possibile. Ma dove la scienza non può, può lo “stare”, l’umanità della persona, la consolazione e l’accompagnamento.
É tempo di solitudine… Anche la famiglia è, per molti, un contratto a scadenza. Spoglia la natalità in realtà storicamente prolifiche. Zygmunt Bauman descrive una società liquida caratterizzata dal venir meno della solidità di certezze stabili e durature. La globalizzazione dilata tempo e spazio ma perde l’identità del singolo. Tuttavia, la medicina è una costola della filosofia. Oltre il sintomo, la malattia, cura nella sua integrità l’uomo-malato.
Si dice in Villa:
Tra rischi o richieste di salute, una vecchia carretta del mare affoga il suo contenuto di migranti e una petroliera sversa sull’ultimo angolo di paradiso in terra. L’azzurro dei pesci è incartato in un mondo di plastica, una pattumiera che galleggia e chiude il futuro alla speranza…