La rete oncologica campana
10 Dicembre 2018Attiva da due anni, l’organizzazione regionale per coordinare azioni ed interventi volti alla diagnosi e cura delle neoplasie fa un bilancio dell’attività in un incontro al Pascale.
Ben nove centri oncologici principali attivi su tutto il territorio regionale e “messi in rete” con tutti i riferimenti oncologici attivi nelle Asl campane. L’obiettivo? Ottimizzare il livello delle cure come chiarisce il dottor Sandro Pignata:
“Per migliorare l’assistenza agli oltre 178mila cittadini colpiti da tumore abbiamo messo a punto 18 Percorsi Diagnostico Terapeutico Assistenziali. Stiamo inoltre preparando la “Mappa completa della Rete” per aiutare a indirizzare i pazienti verso i centri specializzati”.
Emerge questo dal convegno I farmacisti e la Rete Oncologica della Regione Campania: un esempio di forte collaborazione. L’evento, che si è svolto oggi all’Istituto Tumori Fondazione Pascale di Napoli, rappresenta anche l’occasione per la presentazione del nuovo decreto regionale della rete oncologica appena pubblicato in Campania. Oltre cinquanta gli specialisti provenienti da tutta la Campania.
“In tutte le farmacie ospedaliere della Regione sono attive da diversi anni le unità centralizzate di preparazione e prescrizione dei farmaci anti-tumorali – afferma la dottoressa Piera Maiolino, direttore Struttura Complessa Farmacia del Pascale di Napoli. Tuttavia solo il 40% di queste strutture è informatizzato. Abbiamo perciò scritto un manuale, il primo realizzato in Italia, in cui sono elencate dettagliatamente le principali procedure che il farmacista ospedaliero deve seguire e un documento sul processo di informatizzazione di tali unità.
Si tratta di una serie di indicazioni pratiche per perfezionare il nostro delicato lavoro e anche la governance delle risorse economiche destinate all’oncologia. In particolare, grazie alle nuove tecnologie, possiamo garantire una maggiore e più chiara tracciabilità della prescrizione dei trattamenti nonché una somministrazione più precisa.
Come farmacisti ospedalieri svolgiamo un ruolo importantissimo all’intero della Rete Oncologica Campana. Gestiamo farmaci estremamente complessi, con costi importanti e che rappresentano una speranza per molti pazienti. L’informatizzazione dei laboratori è ormai imprescindibile e deve quindi essere estesa e potenziata. Stiamo lavorando con le istituzioni sanitarie regionali per garantire a tutti i nostri colleghi le stesse strumentazioni automatizzate”.
“Stiamo ultimando anche la “Mappa completa della Rete” nei nove centri oncologici principali e negli ospedali territoriali le specifiche competenze organizzate in gruppi multidisciplinari – sottolinea il dottor Sandro Pignata, Coordinatore Scientifico della Rete Oncologica Campana. Le altre strutture sanitarie, attive sul territorio, devono coordinarsi con i centri più importanti. Solo così possiamo contrastare la frammentazione dell’assistenza che è uno dei problemi principali in Campania e anche nel resto Italia.
Per indirizzare i pazienti verso le strutture che presentano le giuste competenze abbiamo costituito una piattaforma informatica accessibile a tutti gli attori del sistema sanitario regionale tra cui clinici, pazienti, medici di medicina generale e farmacisti. Con questo strumento on line potremo anche verificare il corretto funzionamento dei percorsi e l’efficacia dell’intera Rete”.
Al Pascale è stato presentato anche il nuovo PDTA sulla gestione dei tumori ereditari che focalizza il carcinoma dell’ovaio, del seno e del colon-retto. “Sono tre neoplasie che solo in Campania colpiscono ogni anno 8.700 persone – conclude il dottor Nicola Normanno, che ha coordinato il gruppo di lavoro che ha stilato il documento -. Si stima che tra il 5 e il 20% dei casi, di queste patologie oncologiche, sono a trasmissione eredo-familiare. Per la prima volta in Regione abbiamo creato un percorso condiviso.
Ci siamo soffermati soprattutto sulla prevenzione di queste malattie attraverso la definizione dei test genetici da svolgere e l’identificazione dei casi da considerare a rischio per “motivi famigliari”. “Infine abbiamo stabilito quali sono i compiti specifici del medico di medicina generale – conclude Pignata. Ancora troppe famiglie, infatti, non si sottopongono a questi esami salvavita. Dobbiamo quindi rafforzare l’alleanza con la medicina del territorio per riuscire a coinvolgere sempre più persone”.