La sanità che muore

La sanità che muore

27 Novembre 2024 Off Di Miriam Perfetto

Ne parliamo con Augusto Maresca avvocato, poeta e ambientalista che vive a Piano Di Sorrento. Il professionista è noto per il suo impegno sociale e la sua vicinanza agli ideali della sinistra. La sua figura si distingue, infatti, per una poliedricità che unisce il rigore della professione legale con la sensibilità artistica e un profondo attivismo in campo ambientale e sociale.

Avvocato Maresca, qual è, secondo lei, il principale problema che affligge il mondo oggi?

Accantoniamo, per un istante, la drammatica situazione internazionale che riguarda le due guerre in corso e le problematiche di altri paesi, come il mondo arabo, e guardiamo i fatti di casa nostra.
Qual è il principale problema di fondo? Secondo me è la disinformazione. Nonostante l’informatica abbia fatto passi giganteschi, la gente non è informata nel modo giusto su quelle piaghe, come la sanità, che affliggono il nostro Paese.

A cosa attribuisce questa disinformazione?

Molte trasmissioni illuminanti, come per esempio La Torre di Babele, condotta da Corrado Augias, non sono seguite, non interessano. Forse anche per l’orario tardo che evita la migliore diffusione delle notizie. Ma il peggiore aspetto della vicenda è che la gente non vuole sapere, fa lo “struzzo”. Se si interessasse veramente, capirebbe che il problema riguardante la sanità, di cui comunque si parla e discute molto, rimane ed è molto più grave di quello reale. Corrado Augias ci ha fatto ascoltare due giornaliste, e c’è solo da mettersi le mani nei capelli per come siamo caduti in basso! Cinquanta anni fa fummo il primo paese al mondo a riconoscere l’assistenza gratuita per tutti. Poi, con il passare del tempo, attraverso politiche da calci nel sedere, siamo arrivati a oggi, epoca in cui siamo precipitati nel baratro.

Secondo lei, è possibile risollevarsi da questa situazione?

Ci potremo sollevare? Che cosa dovrà fare un governo serio che non dice menzogne o addirittura si impelaga in “gossip” quotidiani? Non meravigliamoci, allora, che prenda sempre più piede l’assenteismo alle urne, un aspetto “inquietante” della nostra Repubblica.

Perché, secondo lei, molti giovani non partecipano più alla vita politica?

I nostri giovani se ne vanno o non votano più perché hanno perso la fiducia nello Stato, nelle Istituzioni. Occorre affrontare seriamente questo aspetto negativo per poter risalire a galla.