“La sanità del Territorio va riorganizzata”
14 Giugno 2019Il segretario regionale Cisl-Fp, Lorenzo Medici: “Il governatore De Luca rifletta su queste cose, cominci a preoccuparsi dell’organizzazione di questo segmento assistenziale”.
La cronaca puntualmente conferma che la sanità, soprattutto in Campania, è in grande affanno. Parolacce e schiaffi rappresentano il buongiorno per il personale di ambulanze arrivate in ritardo. Negli ospedali va ancora peggio. Colpi di pistola in pronto soccorso con la speranza di “finire” un gambizzato; o schiaffi, parolacce e un assalto a pugni e calci a porte e vetrate se l’accompagnatore di un paziente considera “trattato male” il suo caro.
Succede ogni giorno, ma i rischi crescono nel fine settimana quando medici e pediatri di famiglia sono fuori servizio e quando il cosiddetto “Territorio”, chiudendo i portoni delle proprie strutture, obbliga i cittadini ad andare in ospedale. Molto spesso per disturbi passeggeri e banali. Folla, folla, folla.
Prende posizione con forza la Cisl regionale. “Istituzioni dove siete? Dov’è la Regione – che finanzia ospedali, case di cura, centri convenzionati e privati – a cui spetta di occuparsi del cosiddetto Territorio? E i sindaci, rappresentanti della sanità nei singoli comuni – incalza Lorenzo Medici, segretario regionale della Cisl – perché stanno zitti se gli ambulatori pubblici sono chiusi nel fine settimana? Molti lo ignorano, ma un trattamento sanitario obbligatorio non può andare a buon fine se la pratica non è firmata dal sindaco”.
Silenzio colpevole delle istituzioni. Ma da troppo tempo hanno perso la voce anche le varie associazioni onlus e non onlus che dovrebbero preoccuparsi dei bisogni dei cittadini, degli anziani, dei bambini, dei pensionati. Ecco uno dei motivi per cui la cancrena sta distruggendo con una “disorganizzazione organizzata” il Territorio.
Problema grave a Napoli. Ma la malattia ha contagiato tutta la Regione. “L’intasamento degli ospedali e le lunghe liste di attesa quasi sempre sono provocate da una carenza di filtro. Se non c’è il pediatra e il medico di famiglia e se il Territorioè organizzato per non garantire quasi nulla nel fine settimana diventa fisiologica la visione ospedalocentrica. Come Cisl – avverte Lorenzo Medici – siamo sulle stesse posizioni del segretario regionale della Cimo sulla settimana cortautilizzata da medici e pediatri di famiglia e dai Distretti.
La Regione organizzi subito conferenze dei servizi a livello regionale provinciale. Parliamo anche di quei medici che lavorano in convenzione e hanno stipendi molto più alti dei colleghi ospedalieri. Invece della convenzione questi camici bianchi – i medici e i pediatri di famiglia -dovrebbero essere assunti dal servizio sanitario regionale. Forse così tornerebbero ad accompagnare giorno dopo giorno i propri pazienti. Oggi – incalza Lorenzo Medici – se hai la febbre e chiedi al medico di famiglia di visitarti a casa hai spesso una risposta negativa”.
Discorso altrettanto importante per i poliambulatori che hanno centri di prenotazione che lavorano (non tutti i giorni ma solo per quattro) o per uffici ticket che a volte lavorano solo cinque giorni su sette. “Siamo arrivati a un punto di non ritorno. Ci si deve fermare e riprogrammare tutto con serietà. I poliambulatori – spiega Lorenzo Medici, segretario regionale della Cisl – lamentano come gli ospedali forti carenze di organico. Bene, la Regione e le Asl possono fare assunzioni, è il momento di bandire dei concorsi dedicati per il personale che manca.
In molte strutture i centri di prenotazione sono affidati a società private e il servizio viene ridotto all’osso. Altro che appe farmacie, con la logica aziendalistica siamo diventati dei numeri e non più persone. Questo in campo sanitario non è tollerabile. Il governatore De Luca rifletta su queste cose, cominci a preoccuparsi dell’organizzazione dell’assistenza sul Territorio, convochi presto una conferenza dei servizi per ragionare su un problema che in futuro può diventare molto più serio se ci saranno tagli al budget della sanità. Noi come Cisl siamo pronti a rispondere immediatamente alla convocazione della Regione e delle singole Asl per il bene dei cittadini e della sanità”.