La sanità regionale nell’analisi del presidente Aiop Sergio Crispino
20 Dicembre 2018“Abbiamo preso contatti con l’Università chiedendo, con finanziamenti Aiop, di avere più medici a disposizione. Ma finora le Università sono state sorde, non hanno ascoltato il nostro appello”.
Quando si parla di organizzazione delle case di cura il discorso coinvolge immediatamente Sergio Crispino. Manager apprezzato dai proprietari delle cinquantanove cliniche campane aderenti all’Aiop (Associazione italiana dell’ospedalità privata) che da undici anni lo confermano alla guida regionale di un’associazione che per altri ventiquattro anni lo ha eletto presidente provinciale dell’Aiop Napoli.
Giovane, intelligente, elegante, ma soprattutto abilissimo nel coltivare rapporti produttivi con politici, funzionari regionali, dirigenti di Asl e sindacalisti. Oltre che, naturalmente, con decine e decine di dipendenti delle casa di cura che gestisce in perfetta armonia con Ciro Esposito, apprezzato manager dell’editoria campana che ha trasferito nel mondo della sanità la competenza organizzativa e amministrativa acquisita in anni di lavoro nel mondo dell’editoria.
Presidente Crispino nell’anno nuovo che sanità troveremo nelle case di cura?
“Un’assistenza migliore rispetto al passato anche se il mondo della sanità in generale non è ancora riuscito a decollare definitivamente. C’è comunque un grande movimento positivo di riorganizzazione. I ritardi nei pagamenti che per circa trent’anni sono stati il dramma delle case di cura convenzionate sono stati risolti quasi totalmente. Le cliniche dal 2014 sono accreditate col servizio sanitario regionale, c’è il rinnovo degli accreditamenti ma con i provvedimenti attuati dalla giunta regionale e dalle aziende sanitarie si è sbloccata un’organizzazione economica che all’ospedalità privata creava problemi da circa trent’anni. I provvedimenti di oggi sono invece attuativi della rete assistenziale”.
Dal suo osservatorio, dottore Crispino, che idea ha dell’assistenza pubblica?
“Il servizio sanitario pubblico in Campania ha una serie di problemi: viene da dieci anni di commissariamento e da dodici anni di <rientro> durante i quali i politici della Regione e i dirigenti delle Asl hanno lavorato sotto il controllo costante dei ministeri della Salute e dell’Economia. Questo ha prodotto degli effetti benefici dal punto di vista economico, perché ha determinato forti risparmi su una spesa che non si riusciva a tenere sotto controllo. Ma commissariamento e affiancamento hanno prodotto altre conseguenze deleterie per la sanità regionale. E’ stato bloccato il turnover, che ha costretto migliaia di persone a dire addio al lavoro per motivi di salute o per pensionamento. Chi è andato via non è stato sostituito. Questo ha provocato problemi a tutte le strutture pubbliche con conseguenze dannose per i cittadini: chi è andato in pensione faceva parte delle truppe, indispensabili perché l’esercito della sanità possa funzionare al meglio”.
Anche nelle case di cura ci sono problemi per evitare falle negli organici. Presidente Crispino perché l’Aiop non prende posizione su questo problema?
“L’Associazione ha preso da tempo una posizione molto chiara. Ci sono problemi legislativi che nel pubblico rendono difficile assumere delle risorse perché i concorsi richiedono tempo. Oggi un dipendente viene inquadrato dopo circa diciotto mesi. La sanità convenzionata, quella delle case di cura lamenta da tempo carenze di medici. Abbiamo preso contatti con l’Università chiedendo, con finanziamenti Aiop, di avere più medici a disposizione. Ma finora le Università sono state sorde, non hanno ascoltato il nostro appello”.
Dottore Crispino non si può organizzare un tavolo tecnico per affrontare il problema?
“Mancano gli specialisti, soprattutto i chirurghi, e corriamo il rischio di dover assumere medici dall’India o dai Paesi del Nord Est. Come Aiop siamo pronti a sederci interno a un tavolo con la Regione, i rappresentanti delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere e con le Università: la nostra Associazione pronta a intervenire nel finanziamento del sistema. Sappiamo tutti che i tempi sono lunghi: se un tavolo tecnico venisse organizzato all’inizio del 2019 occorrerebbero cinque anni per poter utilizzare nuovi specialisti. E’ indispensabile muoversi immediatamente”.
Tra le cinquantanove case di cura che rappresenta nessuna ha il riconoscimento di Istituto di ricerca scientifica. Come mai?
“Non lo so e non lo capisco. Mi sembra una cosa strana perché nelle nostre strutture ci sono tutte le professionalità. Credo che una casa di cura in provincia di Caserta potrebbe avere subito il riconoscimento di Ircss e come Aiop sollecitiamo regione e ministero a facilitare il suo percorso. Mi permetta di dire una cosa: ci siamo rotti le scatole di essere colonizzati e di dover aspettare che venga uno da fuori regione e ottenga, diciamo per <familiarità>, il riconoscimento di Ircss che gli era stato riconosciuto in altri territori. La Campania è una regione difficile in cui tutte le strutture – comprese quelle di riabilitazione e di psichiatria – lavorano come ospedali di frontiera: tra le cliniche convenzionate c’è già chi fra casistiche e studi effettuati sui pazienti merita il riconoscimento di Ircss”.