La volontà di battere il cancro
25 Febbraio 2020Un libro che nasce anche per esorcizzare, quello presentato ieri al Monaldi, ma che dietro l’apparente leggerezza dei toni, centra il dramma di chi scopre di avere un cancro.
Due vortici negli occhi dell’autore. E’ la copertina del libro “Ho un tumore. E mo’?” scritto con fede, intelligenza e tanta ironia da Vincenzo Schiano di Cola. Maurizio Di Mauro, il direttore generale dell’Azienda ospedaliera dei Colli era da tempo al lavoro per collaborare concretamente alla presentazione dell’opera. Lavora, lavora, lavora. Ma all’ultimo momento una convocazione in Regione per l’emergenza coronavirus lo ha costretto a disertare invitando il direttore amministrativo dello staff strategico dell’azienda dei Colli, Giovanni De Masi, a prendere i suo posto.
Marta Catuogno, titolare dell’ufficio comunicazioni dell’azienda ospedaliera ha fatto da trait d’union fra i vari ospiti e dopo il saluto ed i complimenti di De Masi all’autore, con garbo e ironia l’attore Angelo Di Gennaro ha letto all’attenta platea un paio di brani di “Ho un tumore. E mo’?”. In sala conoscenti e amici dell’autore, medici, infermieri, giornalisti, il direttore della divisione di oncologia del Monaldi Vincenzo Montesarchio e il professore Enrico Di Salvo chirurgo del Policlinico, già direttore scientifico dal Pascale. Angelo Di Gennaro ha subito apprezzato la freddezza e l’ironia di Vincenzo Schiano di Cola che all’indesiderato nemico presente nel suo corpo ha attribuito immediatamente un prestigioso casato chiamandolo: <Strunz>.
Il libro è stato letto anche in Curia e don Tonino Palmese ha apprezzato la leggerezza della scrittura, i contenuti anche religiosi espressi con sapiente garbo da Vincenzo Schiano di Cola in un’opera che merita di essere letta. Poi la “padrona di casa, Marta Catuogno ha ceduto il microfono a Enzo Avitabile. E il bravo artista dopo aver ricordato una serie di precedenti personali, dei tagliandi chirurgici quasi biennali, ha confermato ammirazione e fiducia nei medici, nell’assistenza sanitaria e nella ricerca. Per un problema agli occhi il bravo Enzo Avitabile andò in Spagna. E lì lo specialista, sorridendo, lo rispedì a Napoli: opero anche nella sua città, all’ospedale Pellegrini. Un appello indiretto a chi è pronto a viaggi della speranza che spesso non servono perché la sanità funziona bene anche da noi. Tra una battuta e l’altra Avitabile senza strumenti, ma cantando e battendo le mani, ha coinvolto tutti i presenti in un’allegra canzone che celebra, ovunque e comunque, la nascita quotidiana del sole.
Col cellulare il manager Di Mauro ha salutato l’autore del libro e i presenti nell’auletta del Monaldi ricordando la sua grande attenzione per il libro di Vincenzo Schiano.
Poi il microfono allo scrittore. Paura, ansia seguiti da fiducia e voglia di combattere con le proprie forze contro un fastidioso nemico che, mutando ogni anno, lo costringe a ricominciare sempre tutto daccapo. Vincenzo Schiano uno ad uno ha saluto gli specialisti che continuano a stargli vicino dando forza e coraggio a quanti, come lui da un momento all’altro, si ritrovano con la novità di una diagnosi poco piacevole. “Ho un tumore. E mo?” si aprono mille strade ha ricordato Schiano. La famiglia, la fede, la ricerca, l’assistenza degli psicologi, le terapie in costante evoluzione e un forte, fortissimo desiderio di vincere la battaglia contro il tumore che per Vincenzo è solo: “O Strunz”.