L’allarme Fnomceo, duecento medici radiati continuano a esercitare

L’allarme Fnomceo, duecento medici radiati continuano a esercitare

26 Marzo 2025 Off Di La Redazione

La tragica morte di Simonetta Kalfus, 62 anni, deceduta il 18 marzo all’ospedale Grassi di Ostia per una grave sepsi seguita a un intervento di liposuzione in una clinica privata, ha riacceso il dibattito sulla sicurezza nella chirurgia estetica e sull’inefficacia delle sanzioni disciplinari ai medici. Il caso ha portato alla ribalta la proposta del presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, di istituire una sezione stralcio della Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie (CCEPS) per accelerare l’esame dei ricorsi pendenti e rendere esecutive le sanzioni già inflitte dagli Ordini dei medici.

Il caso Kalfus si inserisce in un contesto più ampio, in cui circa 200 medici radiati dagli Ordini professionali continuano a esercitare in attesa del giudizio definitivo della CCEPS. Secondo quanto riferito dall’Ansa su segnalazione della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, complessivamente sono circa 900 i fascicoli aperti alla CCEPS, riguardanti ricorsi di tutte le tipologie di professioni sanitarie e per tutte le sanzioni disciplinari, dagli avvertimenti fino alle radiazioni. Questo blocco procedurale sta generando forti preoccupazioni sulla sicurezza dei pazienti e sull’efficacia del sistema di vigilanza sui professionisti della salute.

Simonetta Kalfus si era sottoposta a un intervento di liposuzione presso una clinica privata di Roma. Dopo l’operazione, ha iniziato a manifestare forti dolori e sintomi di un’infezione grave, ma le sue condizioni sarebbero state sottovalutate dai medici che l’avevano operata. Nel giro di pochi giorni, il quadro clinico è peggiorato rapidamente, con febbre alta e segni di shock settico. Ricoverata d’urgenza all’ospedale Grassi di Ostia, è stata sottoposta a cure intensive, ma la sepsi aveva ormai compromesso irrimediabilmente gli organi vitali. Il 18 marzo, nonostante gli sforzi dei medici per salvarle la vita, è deceduta a causa delle complicanze infettive. “Quando un medico o un altro operatore sanitario commette un fatto che può costituire illecito disciplinare, il suo Ordine lo sottopone a procedimento e, se del caso, gli irroga una sanzione. Sanzione che, nel caso di fatti gravi, può arrivare fino alla radiazione. Tuttavia, il ricorso alla CCEPS sospende l’efficacia della sanzione fino a decisione della Commissione, lasciando di fatto i professionisti sanzionati liberi di esercitare”, ha dichiarato Anelli. “Allo stato attuale, la CCEPS è paralizzata da ritardi e intoppi burocratici, con numerosi ricorsi ancora pendenti. Da qui la nostra proposta di istituire una sezione stralcio che possa occuparsi delle sanzioni meno gravi e consentire alla Commissione di decidere rapidamente sulle radiazioni”.

Il caso ha sollevato anche la questione delle competenze dei chirurghi estetici. Maurizio Ressa, presidente della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica (SICPRE), ha sottolineato la necessità di regolamentare il settore. “Abbiamo interpellato il Ministero della Salute affinché solo specialisti in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica possano eseguire interventi di chirurgia estetica”, ha affermato Ressa. “La chirurgia estetica è un ambito in forte crescita e i suoi guadagni attraggono molti, ma la sicurezza dei pazienti deve essere la priorità. La nostra richiesta è che solo i medici che dopo la laurea hanno seguito cinque anni di formazione specialistica possano eseguire tali interventi. Questo non elimina del tutto il rischio, ma garantisce ai pazienti di essere nelle mani più competenti”. Ressa ha anche fornito alcuni consigli per chi desidera sottoporsi a un intervento estetico: “Diffidate da prezzi troppo bassi e da pubblicità ingannevoli sui social. Un intervento di chirurgia estetica ha costi ben definiti: se il prezzo è eccessivamente conveniente, significa che si sta tagliando su qualcosa, e questo può mettere a rischio la sicurezza del paziente”. L’inchiesta aperta dalla Procura di Roma per omicidio colposo a carico di tre medici, tra cui il chirurgo che ha eseguito l’intervento – già condannato un anno fa per lesioni in un altro caso –, getta un’ombra sulla regolamentazione e sul controllo delle cliniche private. Sarà il collegio peritale a stabilire se le condizioni e l’ambiente in cui è stata effettuata la liposuzione fossero a norma.

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: https://www.doctor33.it/articolo/63919/caso-kalfus-muore-dopo-una-liposuzione-lallarme-di-fnomceo-e-sicpre