L’Anaao attacca Manfredi
13 Febbraio 2020Il sindacato medico boccia senza appello il progetto del ministro dell’Università, Gaetano Manfredi, che ha proposto di aumentare gli ingressi in medicina: da 10mila a 15mila.
Una spesa, non necessaria, di sette miliardi e mezzo di euro in cinque anni, con medici che andranno “nella stragrande maggioranza a lavorare all’estero, con Francia, Germania e Gran Bretagna li accoglieranno a braccia aperte”. Attacco durissimo quello dell’Anaao Assomed al ministro dell’Università, il campano Gaetano Manfredi, che recentemente ha avanzato la proposta di aumentare gli ingressi al corso di laurea in Medicina, portandoli da 10 mila a 15 mila all’anno. Con le attuali normative che consentono di entrare nei concorsi prima di concludere la specializzazione, se il progetto del Ministro avesse successo consentendo già dall’anno accademico 2020-21 l’immatricolazione di 15 mila medici al corso di laurea, questi medici potrebbero approdare alla medicina di famiglia tra il 2026-28 e a quella ospedaliera tra il 2028 e il 2031.
Considerata una percentuale fisiologica di abbandono dell’11%, 13500 medici, nell’anno di uscita teorico – posto escano tutti insieme – si dividerebbero 12 mila posti nelle scuole di specializzazione e 1500 o qualcosa più in medicina generale. Ma in prima istanza si aggiungerebbero agli 8 mila camici che oggi sono fuori sia dalla specialità sia dalla medicina generale. A questo punto l’analisi calcola il fabbisogno di specialisti dei prossimi anni; ai pensionati con la legge Fornero (6900 nel 2018 e 6500 nel 2019) lo scorso anno si sono aggiunti quelli di “quota 100”, che hanno accentuato gli esodi ma non hanno smentito il dato di fatto per cui questi esodi, la “gobba pensionistica”, stanno riguardando i nati negli anni Cinquanta.
Esaurita quota 100 dopo il 2021, dal 2025 ci saranno meno di 5 mila pensionamenti l’anno, nel 2030 circa 2700, nel 2034 duemila, come evidenzia un grafico “profetico” del 2011 a cura di Carlo Palermo, attuale segretario Anaao Assomed, ed Enrico Reginato. Dunque, nell’anno di completamento del percorso laurea -specializzazione (2028-29) a fronte di poco meno di 3 mila carenze, e considerando che un 40% dei futuri specialisti possa scegliere di lavorare fuori del Servizio sanitario nazionale, quest’ultimo avrà bisogno alla meglio di colmare 5-6 mila vuoti.
La conclusione di Anaao Assomed è che dall’ “imbuto formativo”, aspiranti medici che fanno fatica a diventare medici ed a specializzarsi, passeremo ad un “imbuto lavorativo”, medici con titoli non più spendibili in Italia.