Le nuove frontiere della sclerosi multipla
7 Gennaio 2019
Disponibile da qualche mese una terapia, a base di un anticorpo monoclonale, che sta dando buoni risultati nelle forme particolarmente aggressiva della severa patologia neurologica.
La sclerosi multipla (SM) è una patologia cronica di tipo autoimmune, spesso disabilitante, che colpisce la popolazione, prevalentemente femminile, in età giovanile-adulta. L’armamentario terapeutico nei confronti di questa malattia si è arricchito da pochi mesi di una nuova terapia a base di un anticorpo monoclonale: l’alemtuzumab (Lemtrada) che prevede due cicli di somministrazione. Il primo si basa su di una infusione endovenosa per cinque giorni continuativi, il secondo, a distanza di un anno, invece, contempla un trattamento di soli tre giorni.
Sono eleggibili pazienti con SM aggressiva, con ricadute gravi e frequenti, non rispondente a farmaci modificanti il decorso (interferone, glatiramer, dimetilfumarato).
La selezione e la gestione delle persone idonee al trattamento sono a carico dei Centri Provinciali per la SM ove operano medici esperti nella diagnosi, terapia, valutazione degli effetti collaterali. Questi Centri normalmente dispongono di adeguato supporto neuroradiologico, laboratoristico, rianimatorio e di tutte le competenze necessarie, anche di alta specializzazione.
Una volta effettuato un completo ed articolato screening preparatorio ed una volta effettuato il primo ciclo di infusione il paziente va attentamente monitorizzato secondo un protocollo che prevede periodici esami di laboratorio. Queste valutazioni di “follow-up” si estendono fino a due anni dalla ultima infusione.
Emerge dunque un profilo di un farmaco altamente efficace (ma, ahinoi, non risolutivo) che richiede massima attenzione prima, durante e dopo la sua somministrazione.
*Nurologo, già direttore Divisione neurologia Azienda ospedaliera Caserta