Le nuove terapie per la cura delle malattie croniche intestinali
24 Settembre 2023Negli ultimi 2-3 anni c’è stato un fiorire di studi che hanno portato alla registrazione di nuovi farmaci, tra cui le cosiddette small molecules, le piccole molecole, di cui in parte già si dispone. “Con le più recenti terapie è aumentato di oltre il 30-40% il numero di persone che riescono a controllare la malattia, anche se naturalmente non esiste una terapia risolutiva vista la natura autoimmune – spiega il Dott. Rodolfo Sacco, Direttore Struttura Complessa di Gastroenterologia e Endoscopia Digestiva dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico di Foggia – Da un lato vi sono classici farmaci di prima linea come infliximab o adalimumab di cui possono essere impiegate le versioni biosimilari a costo ridotto, dall’altro abbiamo terapie di seconda linea come Vedolizumab o Ustekinub e più recentemente tofacitinib, upadacitinib e filgotinib per la colite ulcerosa e risankizumab per il Crohn. La disponibilità di questi diversi farmaci permette numerosi vantaggi. Anzitutto, si va sempre più verso una terapia a misura di paziente. Inoltre, l’avvento delle piccole molecole rappresenta una svolta nell’approccio alle MICI anche dal punto di vista logistico, in quanto grazie alla somministrazione orale e a domicilio si ottiene una maggiore aderenza alla terapia. Infine, le piccole molecole, quando efficaci, danno un risultato in poche settimane. Ciò non toglie che ciascun farmaco debba essere monitorato dagli specialisti competenti e che i pazienti debbano essere sottoposti a un follow up per valutare l’andamento della terapia ed eventuali effetti collaterali”.
Le nuove opportunità terapeutiche costituiscono un progresso significativo, visto che Malattia di Crohn e Colite Ulcerosa sono malattie altamente invalidanti, che spesso esordiscono in età giovanile, condizionando attività scolastica, lavorativa, sociale. Si stima che in Italia colpiscano circa 250/300mila persone, ma i numeri sono in crescita: un dato probabilmente legato anche alla maggiore sensibilizzazione della popolazione e al miglioramento della capacità diagnostica. “Negli ultimi 18-24 mesi nel nostro centro c’è stato un incremento di pazienti – evidenzia Rodolfo Sacco – Negli ultimi anni l’informazione è cresciuta e i pazienti possono rivolgersi in maniera più consapevole al Medico di famiglia, che li può instradare presso i centri specialistici per visite e diagnosi precoci che evitano esiti invalidanti e interventi chirurgici. Un ruolo molto importante lo hanno anche associazioni come AMICI Italia, che ha un’ampia diffusione sul territorio nazionale e, con diverse iniziative, dà voce ai pazienti”.