L’elettrostimolazione alla clinica San Michele compie 20 anni
13 Dicembre 2018Venti anni fa nella nota Casa di Cura di Maddaloni, nasceva l’unità di Alta Specialità, del Cuore e dei Vasi, riconosciuta a livello nazionale per l’eccellenza del servizio.
«Il nostro team vanta una lunga esperienza nel campo dell’elettrostimolazione cardiaca ed esegue le più moderne procedure sia diagnostiche che terapeutiche che vanno dallo studio elettrofisiologico, all’ablazione di tutte le aritmie cardiache, ivi comprese fibrillazione atriale, tachicardia ventricolare sia endocardica che epicardica, all’impianto di pacemaker e defibrillatori sia transvenosi che sottocutanei», spiega il responsabile del Servizio, il dr. Antonio De Simone, che, attualmente coadiuvato dal dr. Vincenzo La Rocca, dal tecnico di fisiopatologia Flavia Venturini, e da infermieri specializzati in cardiologia invasiva nelle figure di Luigi Cerreto, Mattia Petrone e Domenico Tedesco, realizza ogni tipo di procedura interventistica, collocandosi come Centro di riferimento sul territorio nazionale. In questo senso un contributo importante arriva anche dal sistema 3D Rhythmia, una tecnica di mappatura tridimensionale ad altissima risoluzione per la diagnosi e il trattamento delle aritmie, da tempo sperimentata con successo alla “San Michele”.
«Tecnicamente l’«ablazione cardiaca» è una procedura terapeutica che per alcune aritmie richiede particolari conoscenze esclusive di centri ad alta specializzazione. A tal proposito ricordiamo che il nostro laboratorio ha contribuito all’introduzione nelle linee guida internazionali dell’ablazione della fibrillazione atriale già nel lontano 2005 ed è stato il primo centro ospedaliero del Centro Sud – e il secondo in Italia (l’altro è stato il ‘San Raffaele’ di Milano) – ad essersi dotato del sistema Rhythmia oltre tre anni fa, ottenendo risultati che con altri sistemi di ablazione è molto più difficile raggiungere» ricorda il dotttor De Simone.
In particolare a Maddaloni si è “fermata” anche la Sindrome di Brugada, grazie alla tecnica ablativa che il dr. De Simone, per la prima volta nel Centro-Sud, ha adoperato nel 2018. Ricordiamo che l’ablazione delle aritmie ventricolari in pazienti con la Sindrome di Brugada è praticata da pochi centri in Italia, quasi tutti concentrati a Milano. «La Sindrome di Brugada è un’aritmia di origini genetiche, i cui sintomi sono legati all’insorgenza di aritmie ventricolari che possono portare anche a morte improvvisa – chiarisce il dottor De Simone – La terapia non è farmacologica e, fino a poco tempo fa, l’impianto di un defibrillatore rimaneva l’unica soluzione salvavita dimostrata. Una recente alternativa è la nuova tecnica di ablazione (necrosi coagulativa mediante radiofrequenza) delle cellule malate situate nella zona epicardica dell’infundibolo del ventricolo destro per trattare le aritmie ventricolari associate alla sindrome di Brugada».
Un ulteriore commento bisogna farlo per i pazienti con scompenso cardiaco per i quali da molto tempo vengono utilizzati dispositivi impiantabili dedicati. Fra i primati del centro il primo impianto in Italia di dispositivo biventricolare over the wire nel lontano 1999, lo sviluppo della tecnologia di controllo remoto per i pazienti portatori di defibrillatore, e ultimamente l’applicazione clinica di un algoritmo per la diagnosi precoce in controllo remoto di uno scompenso acuto.
L’impegno del servizio di Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione della Clinica San Michele è garantito da ben 58 pubblicazioni su riviste scientifiche negli ultimi venti anni a livello nazionale e internazionale (2 su Circulation, 3 su European Heart Journal, 6 su Europace, 3 su Heart Rhythm, 6 su International Journal of Cardiology, 3 su Journal American College of Cardiology, 12 su Pacing Clinical Electrophysiology).