Liste di attesa, arriva la rivoluzione hi tech
11 Aprile 2019La Campania sta già sperimentando il nuovo sistema informatizzato che sarà in grado di ridurre sensibilmente i tempi per ottenere prestazioni sanitarie in tutte le aziende della regione.
Computer e telefonini entro un mese diventeranno “assistenti” inseparabili per sapere dove e in che tempi curarsi. Diventa finalmente operativo il decreto regionale che Vincenzo De Luca, il presidente della Giunta, ha firmato nell’agosto di due anni fa per le liste d’attesa. “Siamo agli ultimi giri di campo – spiega la dottoressa Maria Rosaria Romano, dirigente della Napoli 3 distaccata in Regione come referente per le liste d’attesa, l’attività intramoenia e le sperimentazioni – perché abbiamo una riunione il 17 aprile con i referenti delle 17 aziende sanitarie, ospedaliere e universitarie della Campania. Dopo quell’incontro quasi certamente renderemo operative tutte le griglie delle liste d’attesa”.
Che succede, cosa cambia, come dovremo regolarci? Il progetto liste d’attesa organizzato dalla Regione, utilizzando un robusto finanziamento del ministero della Salute che ha delegato a tutte le Regioni la soluzione di un grave problema, finora irrisolto. Che novità ci saranno dalle prossime settimane?
Computer, telefonini e le farmacie che da anni prenotano (col pagamento di un mini ticket) i cittadini presso strutture sanitarie saranno gli interlocutori da utilizzare. “Ci sarà un’app per collegarsi col telefonino al programma delle liste d’attesa, così come sarà possibile, per chi ha bisogno di visite o di accertamenti sanitari, collegarsi via computer col sito regionale delle liste d’attesa o, ancora, con quello delle singole aziende sanitarie, ospedaliere o universitarie. Sarà una piattaforma costantemente aggiornata che ha la trasparenza come obiettivo insormontabile e primario”, chiarisce Maria Rosaria Romano.
La novità è rappresentata da una sorta di semaforo, che finalmente chiarisce quanto attendere per essere curati. Dischetto verde se per una visita o un accertamento diagnostico si rispetta il limite previsto, giallo se la struttura non riesce, per pochissimo, a non rientrare nel tempo programmato, rosso se l’azienda sfora di brutto. “In fase di sperimentazione abbiamo ottenuto buoni risultati – chiarisce Maurizio Di Mauro, direttore generale del Policlinico Vanvitelli – perché su 155 prestazioni abbiamo un solo rosso e un giallo. Per il resto andiamo avanti con il verde, siamo in linea con la lista d’attesa”.
Verde, giallo e rosso. Ma chi stabilisce dove e in quanto tempo essere curati? Lo indica il prescrittore, ossia il medico di medicina generale o il pediatra di base, con un’indicazione obbligatoria sulla ricetta.
La sigla U (urgente) dà diritto a un appuntamento entro tre giorni;
B (breve) prevede un tempo massimo di dieci giorni,
D (differenziata) prevede due possibilità: la prima entro trenta giorni, la seconda entro sessanta.
Per accertamenti e visite non urgenti. La lettera P (programmata) prevede un’attesa che quest’anno non deve superare i sei mesi. Ma dal 2020 il tempo limite scende a centoventi giorni, quattro mesi.
Ogni azienda ha un proprio referente per le liste d’attesa: tutti e diciassette fanno capo alla dottoressa Romano che, con la Soresa e la società Nexera, ha organizzato la piattaforma generale consultabile entro un mese sul sito della Regione o sui siti delle singole aziende. Un cittadino come deve regolarsi? Se un paziente napoletano ha bisogno di una consulenza oncologica polmonare può consultare il sito dell’Asl Napoli 1, contemporaneamente può valutare che attese ci sono all’Irccs Pascale o nei due Policlinici. La ricerca può essere allargata a tutta la Regione per rivolgersi a uno specialista in altre province. Ovviamente per tutti c’è la possibilità di essere assistiti col servizio sanitario nazionale in ogni parte d’Italia.
Il rodaggio della piattaforma, a circa due anni dalla delibera regionale, finirà a giorni. Il mancato rispetto dei tempi e l’eventuale cattiva organizzazione da parte di una singola azienda sono elementi di valutazione negativa per il direttore generale che, proprio per questo, rischia il licenziamento. La partenza in Campania della piattaforma sulle liste di attesa avverrà anche sotto controllo del ministero della Salute che con il numero telefonico 1500 riceve segnalazioni di disservizi sanitari che vengono poi girati alle singole Regioni.