L’Oasi che aiuta le rondini
1 Giugno 2020A differenza del trend nazionale, a Sant’Agnello si è registrato, nel raggio di 400 metri dall’Oasi, un aumento esponenziale dei nidi di rondini.
Nell’area verde in città di Sant’Agnello, un vero e proprio parco naturale costruita sulla superficie di copertura di un autorimessa interrata grazie alla collaborazione tra il WWF Terre del Tirreno e l’amministrazione di Sant’Agnello, è stato realizzato un piccolo ma importante biolago di circa 80 mq. Oltre alle tante piante acquatiche (ce ne sono di ben 37 specie diverse!) e ai vari animali che popolano lo specchio d’acqua (gambusie, carpe, carassi, alborelle, tritoni, rane verdi e libellule) il laghetto si è dimostrato di enorme utilità anche per le rondini.
Su di esso infatti è possibile vederle volteggiare, mentre sfiorano con acrobatiche planate la superficie, per bere o recuperare l’acqua, necessaria a costruire il nido impastando fango e saliva.
A differenza del trend nazionale, a Sant’Agnello si è registrato, nel raggio di 400 metri dall’Oasi, un aumento esponenziale dei nidi di rondini che hanno utilizzato balconi, antri di portoni, tetti spioventi delle case del centro storico e persino l’ingresso della stazione della circumvesuviana, per riprodursi.
Lo sapevate che:
La rondinella più conosciuta è quella europea (Hirundo rustica rustica) ma esistono 6 sottospecie di rondini. Aristotele, vedendole scomparire in inverno, credeva che si trasformassero in rane per superare i mesi freddi. Questo perché in autunno si riuniscono in grossi dormitori nei canneti lacustri. Le rondini sono degli ottimi alleati in agricoltura: si nutrono di insetti, mangiandone ogni giorno fino a 170g. Una sola coppia di rondini cattura circa 6000 insetti, di cui il 90% sono mosche e zanzare.
Le rondini sono protette dalla legge
La direttiva 409/79 CEE vieta di distruggere o danneggiare i nidi e disturbare la fauna selvatica durante il periodo della riproduzione. Inoltre la convenzione di Berna ratificata dall’Italia con la legge 503 del 1981 stabilisce gli stessi divieti e classifica le rondini, rondoni e balestrucci tra le specie strettamente protette perché a rischio di estinzione. Entrambe le norme sono state integrate nella legge 157/92 sulla caccia.
*Presidente WWF “Terre del Tirreno