L’oncologo De Laurentiis : “Non tutti i tumori sonio legati all’ambiente”
30 Dicembre 2024“Scordiamoci che tutti i tumori siano legati all’ambiente”. È quanto ha sottolineato il professore Michelino De Laurentiis, direttore del Dipartimento di Oncologia Senologica dell’Istituto ‘Pascale’ di Napoli, ricevendo un riconoscimento nella ‘sua’ Acerra, città della quale è originario.
Parole pronunciate nell’ambito del ‘dilemma’ del rapporto tra ambiente, inquinamento, insorgenza di patologie neoplastiche e stili di vita. “I tumori sono meccanismi naturali del nostro organismo – ha spiegato il luminare acerrano dell’oncologia medica – un meccanismo fisiologico per il quale esisterà sempre un tasso di mutazione che provocherà tumori.
Poi, noi ci mettiamo il resto, ci mettiamo del dolo per peggiorare la situazione, ma ogni tumore non è per forza legato all’ambiente. Il problema c’è ma non è così drammatico.
Scordiamoci che tutti i tumori sono legati all’ambiente, errore che si fa troppo spesso”.
Concetto che De Laurentiis ha già ribadito in diverse occasioni proprio ad Acerra facendo l’esempio che spesso utilizza con i suoi studenti, legato all’incidenza dei tumori in Nuova Caledonia, un posto “nel quale tutti vorrebbero andare a vivere”. Nel corso della premiazione ‘Acerrano dell’anno’ il dottore De Laurentiis ha spiegato come è nata la sua passione per la medicina e il modello di studio ereditato in famiglia: “Studiare significa essere liberi, l’unico modo che abbiamo per esserlo. Passione, studio e umanità: oncologia me la sconsigliavano tutti, invece per me rappresenta un viaggio nella conoscenza umana profonda. Il tutto è partito con la scintilla dello studio che mi ha dato mio padre”. Bocciando l’intelligenza artificiale applicata alla ricerca “al momento copia le cose ma non è capace di produrre e generare idee e conoscenze nuove”, De Laurentiis ha evidenziato i passi da gigante fatti nella lotta al tumore al seno. “Oggi il 90% delle donne dovrebbe guarire completamente – ha detto – per una malattia che è estremamente frequente. Ma il restante 10% è una sconfitta bruciante. E’ una pandemia cronica: la buona notizia è che tra cinque anni non so come curerò questo tumore”, lasciando ben sperare per ulteriori progressi nella ricerca e nella cura.