Lorenzo Balboni, ingiustificato lo stop del basket causa covid
5 Settembre 2021Nell’ambito della pratica sportiva, il Basket è una disciplina molto amata dai giovani i quali spesso la imparano durante l’ora di educazione fisica alle scuole medie. Si tratta di uno Sport di squadra che coinvolge sia i ragazzi che le ragazze. Saper palleggiare, passare e proteggere la palla e fare canestro sono attività che i ragazzi apprendono velocemente, chiaramente senza un allenamento continuo e una opportuna preparazione fisica non si possono ottenere buoni risultati.
Il Basket è uno Sport tipicamente nordamericano ed il massimo campionato a livello mondiale è l‘NBA, di riferimento per tutti gli atleti del mondo.
Della palla a spicchi parliamo oggi con Lorenzo Balboni che ha iniziato questa pratica partendo dal minibasket nel 2003 all’età di 5 anni.
Militanza completa in tutte le categorie giovanili con la squadra “San Nilo Basket Grottaferrata”, con vittoria del campionato “Coppa Lazio Under 17” nell’anno 2016.
Esperienze di prima squadra:
2014\2015 – Serie C Silver maschile in “San Nilo Basket Grottaferrata”
2015\2016 – Serie C Silver maschile in “San Nilo Basket Grottaferrata”
2016 \ 2017 Serie C Silver maschile in “San Nilo Basket Grottaferrata” con vittoria del campionato e
promozione in serie C Gold Maschile
2017\2018 – Serie C Gold maschile in “San Nilo Basket Grottaferrata”
2018\2019 – Serie C Silver maschile in “Albano Basket Club” con vittoria del campionato e promozione in
serie C Gold Maschile
2019\2020 – Serie C Gold maschile in “Albano Basket Club” (campionato interrotto a marzo causa Covid-19)
2020\2021 – Serie C Silver maschile in “Carver Roma” stagione in corso
La preoccupazione di essere contagiato dal Covid quanto ha cambiato la sua vita di un atleta agonista?
Il timore di essere contagiato dal virus è stato per me un elemento di grande disagio, questo non tanto per una questione di paura per possibili conseguenze sulla mia salute, quanto per la paura opprimente di dover essere sottoposto alle varie quarantene o, comunque, a quella serie di procedure che, vuoi o non vuoi, limitavano e limitano ancora la libertà di ognuno di vivere la vita con la spensieratezza che da sempre ha contraddistinto le nostre esistenze.
In che modo, secondo lei, la politica ha gestito la pandemia relativamente alle attività sportive agonistiche?
La gestione delle attività sportive è stata, a mio avviso, semplicemente inqualificabile. L’aver ripreso la preparazione e gli allenamenti a fine agosto scorso, dopo aver visto il campionato precedente interrompersi a marzo, sul più bello, aveva rappresentato per me e per i miei compagni di squadra una boccata d’aria verso il ritorno alla normalità, finché in ottobre, mentre tutti scalpitavamo per poter iniziare il nuovo campionato, è poi arrivato l’ennesimo (a mio avviso) scriteriato Dpcm che decretava lo stop per tutte le attività sportive “di non dichiarato interesse nazionale”…ecco, appunto, NON DICHIARATO: quando in gennaio, con gioia immensa, ho ricevuto la comunicazione della ripresa degli allenamenti, nulla era cambiato dal punto di vista delle disposizioni governative, se non che la FIP aveva fatto la mossa di attribuire a tutte le categorie senior lo status “d’interesse nazionale”, dandoci la possibilità di riprendere in sicurezza la nostra attività. La cosa che mi ha sempre fatto sorridere, è che tutte le misure anti-contagio che avevamo seguito con rigore subito dopo l’estate scorsa, ovvero fino ad ottobre, sono rimaste le stesse rispetto a quelle che abbiamo dovuto adottare con la nuova ripresa! Che dire…forse il Basket ha solo perso tanto tempo inutilmente.
Quanto valore lei attribuisce al binomio Sport-Salute?
Per chi, come me, non ha scelto di fare della pallacanestro il proprio lavoro principale, giocare a basket è qualcosa di assolutamente propedeutico alla buona riuscita nelle attività di studio o di lavoro. La settimana è resa meno pesante dal gruppo di ragazzi che incontri al campo la sera per l’allenamento, ed affrontare il weekend con la consapevolezza di dover giocare la partita rende tutto speciale; è così da sempre.
Cosa le ha dato la Pallacanestro in termini di crescita personale, sociale e professionale?
Ho sempre visto la Pallacanestro come un modo per sfuggire dalla routine di tutti i giorni e proiettarmi in un mondo entusiasmante. Vincere campionati sapendo di essere riuscito a dare tutti gli esami del corso di laurea, oppure preparare gli esami stessi dovendo smettere di studiare prima per andare a fare allenamento, come anche odiare la sveglia che mi fa saltare il giorno dopo la notte passata in bianco per l’adrenalina che mi rimane in corpo dopo la partita, sono tutti elementi senza i quali immagino la mia vita totalmente piatta (come è stato, del resto, in tutti i mesi Covid). In ultima analisi mi sento di poter dire che il basket ha una buona parte del merito di tutte le cose che sono riuscito a realizzare finora nel corso della mia vita.