Lorenzo Calonico: “La costanza nel lavoro ripaga sempre gli sforzi fatti”
28 Giugno 2023La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
Ricordo il periodo pandemico come una parentesi temporale quasi “fantascientifica” della mia vita, a distanza di ormai più di tre anni, sembra trascorso molto più tempo di quello effettivamente trascorso.
La situazione che abbiamo vissuto quando c’è stato il primo lockdown era di totale incertezza su tutti i fronti, tuttavia personalmente parlando, non essendo una persona che trascorre tanto tempo fuori di casa se non per andare in palestra, tutti i divieti imposti per via dei contagi non hanno stravolto più di tanto la mia vita.
Passare da un ritmo di due allenamenti al giorno a zero è stata sicuramente un’occasione per trascorrere più tempo con la mia famiglia e per soddisfare una delle mie passioni che è il fai da te.
Attualmente non c’è più nessuna situazione di emergenza, pertanto in palestra è tornata la stessa tranquillità dell’era pre covid, ricordo però che appena si è ripreso a fare allenamento, la difficoltà più grande era proprio quella di stare insieme, nella pallavolo è obbligatorio passarsi la palla e per farlo si usano le mani, il pensiero che questa cosa potesse essere un rischio per un contagio era costante, infatti ho contratto il virus per due volte insieme a tutti i miei compagni di squadra.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
Oltre alle difficoltà legate all’aspetto clinico abbiamo inoltre avuto tantissime ripercussioni a livello economico, Lega e Federazione hanno lavorato per cercare di limitare i danni ma questo non è bastato per far sì che le società limitassero budget e spese di ogni genere.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Io ho iniziato a fare sport relativamente tardi, mi sono innamorato della pallavolo quasi al raggiungimento della maggiore età ed è stato quasi per caso, inizialmente ho avuto dei compagni di squadra molto più grandi di me che mi hanno fatto capire subito come si stava in palestra e come ci si doveva comportare, questo mi ha permesso di avere le idee chiare sul mio obiettivo, lavorare con costanza ed umiltà è stato il segreto per essere arrivato a giocare fino a 41 anni in serie A3.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
Proprio quest’ultimo è il consiglio che ho sempre dato ai ragazzi più giovani, la costanza nel lavoro ripaga sempre gli sforzi fatti, per raggiungere gli obiettivi ci vuole pazienza e tanto sacrificio, uno stile di vita che darà sicuramente i risultati sperati.