Lorenzo Nobile: “Nel Bodybuilding c’è un rapporto con la sofferenza che non tutti comprendono”
17 Giugno 2023Ha partecipato al Trofeo Interregionale FNBBI 2023 di Crescentino, facendo un quarto posto in categoria juniores e quinto posto in categoria hp easy toll -5%.
Oggi parliamo di Covid, sport e salute con: Lorenzo Nobile.
La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
Quello dello sport è stato senza dubbio uno tra i settori più colpiti, sia dal punto di vista dei lavoratori che da quello dei praticanti. Trovo sia stata opinabile la scelta di limitare l’attività sportiva individuale durante una situazione pandemica in cui anche solo una passeggiata avrebbe potuto migliorare la salute delle persone (banalmente, una passeggiata all’ aperto in una giornata di sole permette al corpo di sintetizzare più vitamina D rispetto allo stare fermi chiusi in casa. Ci sono molti studi che hanno affrontato questo argomento). Per me non è stato facile non potermi allenare, provocandomi non poco stress. Io come tanti altri sportivi trovo nell’ allenamento un’importante valvola di sfogo. Sapendo di essere un individuo considerabile sano e in salute, non mi sono mai preoccupato eccessivamente del contagio. Ero più spaventato per la mia salute mentale provocata dalla situazione.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
Le palestre sono state tra le ultime attività a ricevere il via libera per l’apertura. L’errore di gestione più grande credo sia stato far investire alle palestre migliaia di euro per la prevenzione del contagio per poi fare diversi passi indietro e richiudere completamente le attività. In un periodo in cui le entrare erano nettamente inferiori alle uscite, quello che può essere stato un fastidio per alcuni colossi del fitness può aver significato la morte di alcune realtà più locali, favorendo in questo modo una situazione di monopolio.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Sono sempre stato un appassionato di agonismo e competizione. In passato ho praticato agonismo nel judo, ma non ho mai trovato la soddisfazione o gratificazione che cercavo. In palestra da me si allenano alcuni campioni ed ex campioni di bodybuilding, e le loro parole o anche solo l’ assistere alle loro preparazioni sono stati di grande ispirazione per iniziare a gareggiare.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
L’allenamento con i pesi mi ha insegnato tanto. Mi ha insegnato che esiste la meritocrazia, che se lavori sodo per qualcosa, e tu in primis ci credi, puoi davvero stupirti di quello che puoi essere in grado di fare. La forza di volontà ha iniziato ad avere un ruolo importante nei pochi giorni prima della gara, in cui si raggiunge una condizione estrema (va ricordato che tutte le forme di agonismo sono estremizzazioni dello sport, dove l’obiettivo primario diventa la performance, non lo stare bene. Non per questo va demonizzato, ma bisogna essere consci di quello che si fa e farsi seguire nel percorso da persone competenti). Prima di questi giorni non ho visto la forza di volontà come un qualcosa di particolarmente importante. Mi alleno mangio e vivo in un determinato modo perché mi piace e mi fa stare bene, e per questo non sento il bisogno di forza di volontà.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
Dovessi dare un consiglio a qualcuno che vuole approcciare questa disciplina gli direi sicuramente di farlo solamente se la sente come una cosa sua. Mi rendo conto che non è una disciplina adatta a tutti, c’è un rapporto con la sofferenza che non tutti comprendono. Per alcune persone stare 3 ore chiusi in una palestra a spostare pesi può risultare senza senso. Io ci vedo la magia della tecnica, dell’ esplorare i miei limiti, della soddisfazione personale, della progressione. Credo sia inoltre importante, soprattutto nel primo periodo, affidarsi a qualcuno di competente sia per dal punto di vista alimentare che dell’ allenamento.