Luca Morando, lo sport insegna tantissimo
24 Aprile 2021Più forti del Covid-19. Molti sport hanno dovuto sottostare alla dura legge dell’emergenza sanitaria che ormai da quasi un anno ha colpito il mondo intero, cambiando radicalmente. Il calcio a 5 è stata una delle poche discipline a non fermarsi mai nell’era post lockdown, considerando tutte le categorie dei campionati nazionali (maschili e femminili) sempre nel rispetto del Protocollo e a tutela delle squadre scese in campo. I numeri confermano la bontà di un’organizzazione minuziosa e la disponibilità delle società di futsal ad andare avanti, convivendo con gli effetti della pandemia. Nella settimana della sosta per gli impegni delle nazionali nelle qualificazioni ad Euro 2022, la Serie A ammicca a numeri interessanti: 111 partite disputate sulle 119 programmate, con appena 8 gare da recuperare e il 93,3% di incontri complessivamente previsti. Percentuale molto alta anche nella Serie A Femminile: 49 partite su 55 rappresentano l’89,1% degli incontri programmati a inizio stagione, già disputati. Scendendo di categoria, in Serie A2 maschile disputato il 78,3% dei match in calendario, fra i cadetti siamo al 76%, nella Serie A2 Femminile si sale fino all’83,9%.
Quota 1150 partite, nonostante il Covid-19 e quei paletti imposti da un rigido Protocollo che ha costretto allo stop forzato moltissime discipline sportive. Non il calcio a 5. Per capire l’importanza di questi numeri, un piccolo esempio. In un partita di Serie A ci sono 14 giocatori in lista, a cui si deve aggiungere lo staff tecnico, per un totale approssimativamente di 20 persone sul rettangolo di gioco 40×20, moltiplicato per due (squadre in campo) e tre arbitri – che diventano quattro in occasione delle partite trasmesse su Raisport. Partendo quindi da un numero simbolico, arrotondato per difetto ma non molto distante dalla realtà, di 43 persone presenti in campo per una partita di Serie A e moltiplicando per le 111 partite disputate solo nel massimo campionato di futsal, fa quasi 5000 persone che hanno sfidato l’emergenza sanitaria e sono scese finora in campo (solo in Serie A), nonostante tutto, grazie al lavoro di chi organizza lo spettacolo del futsal. E di chi lo fa: le società.
Di questo parliamo con un valido rappresentante di questo Sport: Luca Morando, classe 95, Portiere. È cresciuto e si è formato nel calcio a 5 presso il futsal villorba, società tra le migliori venete per la cultura e formazione giovanile.
Ha militato in serie B nelle fila del Miti Vicinalis per poi approdare nell’Atletico Nervesa, squadra che gioca in serie A2, attualmente seconda in classifica e qualificata per le final eight di coppa Italia.
Come ha vissuto e vive Luca Morando la paura dell’epidemia ed il disagio per le inevitabili misure restrittive?
Salve a tutti, in primis vorrei ringraziare per l’opportunità di esprimere il mio pensiero e rappresentare, così, il mondo del futsal italiano. Ad inizio epidemia forse nessuno immaginava quello che stava per succedere, sono stati mesi orribili e difficilissimi per tutti; molte persone hanno perso tanto forse troppo e molte purtroppo hanno perso anche i loro cari, niente forse poteva succedere di peggio nel 2020; ora le cose sembrano andare un po’ meglio con i vaccini e le misure restrittive ma ancora non si può abbassare la guardia! Per quanto mi riguarda quello che abbiamo passato non sarà facile da superare, soprattutto mentalmente, ci vorrà molto tempo per tornare alla normalità!Quanti danni hanno procurato al Calcio a 5 la paura della pandemia, i lockdown e la confusa se non cattiva gestione politica?
Credo tutti gli sport ne abbiano sofferto sinceramente; ma parlando del Futsal, uno sport che si pratica in un ambiente chiuso (una palestra) penso che ne abbia sofferto più del previsto non essendo ancora uno disciplina che riveste completamente la sua bellezza e importanza come in altri paesi. Sono tornato da pochi giorni dalla final eight di coppa Italia in un palazzetto bellissimo come quello di San Giorgio il Palasavelli che regala emozioni bellissime già soltanto per la sua grandezza, ma, purtroppo, a causa della pandemia non è stato possibile sentir il calore del pubblico mentre giocavamo e questo è il rammarico più grande per chi pratica uno sport agonistico. Anche per questo desidero fare i miei più grandi complimenti a tutte quelle società che con enormi difficoltà sono riuscite a superare anche questo brutto momento.
Nel calcio a 5 sei sempre vicino all’azione anche se non hai la palla, quindi devi sempre anticipare le decisioni da prendere su cosa devi fare. Jack Wall. Cosa le ha insegnato lo Sport?
Lo sport per me è vita, ci insegna tantissimo e sempre; io che sono cresciuto col pallone sempre vicino e coi guanti da portiere non cambierei mai la mia infanzia e adolescenza per niente al mondo.
Colgo l’occasione per salutare tutto il mondo dello sport e augurare il meglio a tutti… NON MOLLATE!