Luca Nobili, combattete per superare i vostri limiti
7 Settembre 2022“La pallavolo è unica perché è l’unico sport dove si passa la palla non per altruismo o per convenienza, non per alleggerirsene o liberarsene, ma per natura e regolamento, per strategia e tattica”. (IVAN ZAYTSEV)
Oggi parliamo di Covid, sport e salute con: Luca Nobili.
La fase pandemica più acuta sembra ormai alle spalle, anche se i continui colpi di coda non lasciano tranquilli, come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport, come ha gestito la paura del contagio e del disagio legato alle misure restrittive?
Lo sport è stata l’ancora di salvezza per le ragazze che ho allenato negli ultimi 2 anni. Un briciolo di normalità in un periodo che ne ha vista ben poca.
Svolgendo attività nazionale, abbiamo avuto la fortuna di doverci fermare pochissimo.
Ci siamo allenati sempre anche a campionati fermi. Per volontà della società ma soprattutto su richiesta di atlete e genitori, che hanno visto nella pallavolo, una finestra nella giornata dove le figlie potessero riprendere fiato. Chiaramente i disagi sono stati tanti. Controlli, tamponi, mascherine, restrizioni sull’utilizzo di alcune aree della palestra e soprattutto su alcune abitudini fondamentali per un contesto squadra, come il mangiare qualcosa insieme a fine allenamento.
Però, il saper apprezzare, che in altri contesti (altri sport o attività) non si avevano tali possibilità, ha reso tutto più facile da digerire.
Le restrizioni ed i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni al mondo dello sport, soprattutto a quello cosiddetto minore, cosa è successo in particolare nella sua specialità?
La cosa che proprio non mi è andata giù, a livello politico, è stata la gestione delle strutture. Il nostro sport, la pallavolo, almeno a Roma vive nelle scuole. Sono pochissime le strutture private come palloni e palazzetti, e azzardando una percentuale, direi che l’85-90% dell’attività viene svolta nei plessi scolastici. In questi 2 anni, ci sono stati dirigenti scolastici che si sono rifiutati di consentire l’accesso alle palestre giustificando tale scelta nei modi più vari e sconclusionati, senza rendersi conto, che oltre a far chiudere associazioni sportive, non hanno reso possibile l’attività sportiva ai ragazzi.
Ho trovo assurdo che una sola persona possa decidere in autonomia una cosa del genere.
Chi è stato in famiglia o tra gli amici a spingerla verso l’attività agonistica, oppure si è trattato di una sua folgorazione guardando ai modelli dei grandi campioni?
Amo lo sport da sempre, tutto lo sport. Non so da cosa derivi, visto che i miei genitori non ne hanno mai praticato nessuno. Ne ho provati davvero tanti, e amati tutti, ma la pallavolo mi ha rubato il cuore e non solo. L’ho apprezzata talmente tanto, da smettere di giocarla ad appena 24 anni per iniziare il mio percorso di allenatore. Perché solo così ho potuto studiarla, e viverla in tutti i suoi aspetti. Credo sia uno degli sport tecnicamente più difficili da insegnare, visto il numero di gesti tecnici specifici che la compongono, e questo è sempre stato per me motivo di stimolo per lavorare e studiare sempre di più.
Se dovesse dare qualche consiglio utile ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità cosa suggerirebbe?
Il consiglio lo vorrei dare non tanto ai ragazzi che si avvicinano alla pallavolo, ma allo sport in generale. Vorrei dirgli di avere pazienza, se le cose non riescono subito, di combattere per superare i proprio limiti, perché non c’è vittoria più grande, e soprattutto di avere rispetto per lo sport, per l’allenatore, per i compagni, onorando sempre l’impegno preso ad inizio anno, anche nei momenti più difficili, perché è li che si vede veramente l’atleta.