Luigi Castaldo: “Devo ringraziare mio padre, i suoi consigli mi hanno aiutato a crescere e far strada in questo mondo”
16 Luglio 2022“Ci sono alcuni paesi e villaggi del Brasile che non hanno una chiesa, ma non ne esiste neanche uno senza un campo di calcio”. (Eduardo Galeano)
Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un valido esponente di questa disciplina: Luigi Castaldo.
La fase pandemica più acuta sembra essere alle spalle. Come vive e ha vissuto la situazione? Come l’ha affrontata? Come ha gestito la paura del contagio e il disagio legato alle misure restrittive?
Appena iniziata la pandemia le prime settimane sono state drammatiche, con il successivo lockdown che ci ha portato a vivere una situazione per tutti completamente inaspettata e difficile da gestire. Penso che abbiamo vissuto tutti uno dei periodi più difficili della nostra vita, soprattutto perché nessuno conosceva il virus e conviverci non è stato assolutamente facile. Nel nostro mondo è stato affrontato tutto in maniera confusionale, creando molti disagi perché la LND ha bloccato tutti i Campionati assegnando in seguito promozioni e retrocessioni e soprattutto non tutte le società hanno mantenute gli impegni economici e per noi che viviamo di calcio è stata molto dura. Fortunatamente con l’introduzione dei tamponi e il successivo vaccino siamo riusciti pian piano a riprendere l’attività calcistica.
Insieme alle restrizioni, i tentennamenti della politica hanno causato molti disagi al mondo dello sport, specie quello minore. Cosa è successo alla sua socialità?
È successo che nell’incertezza totale della situazione, la LND ha introdotto i tamponi obbligatori che venivano effettuati entro le 48 ore prima della gara, ma bastavano 3 positivi tra rosa calciatori e staff per far si che la gara venisse rinviata a data da destinarsi, e alcune società hanno approfittato della situazione. Così la prima stagione post Covid è stata difficile e lunghissima, con il campionato di Serie D terminato il 19 giugno e la successiva semifinale play-off persa il 22 Giugno ( Castellanzese – Sanremese 1 0 ). A livello economico siamo stati aiutati dallo Stato con i fondi di Sport e Salute, aperti in seguito anche a noi calciatori dilettanti, e personalmente sono stato fortunato quella stagione difficile perché militavo nella Sanremese e le famiglie Del Gratta-Miani proprietarie della società hanno mantenuto tutti gli impegni presi con me e compagni di squadra.
Chi è stato tra gli amici o in famiglia a spingerla verso l’attività agonistica? Oppure si è trattato di una sua folgorazione, magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
In famiglia è stato mio papà (ex Calciatore Professionista dove ha iniziato la carriera nel Bari in serie B i e poi continuato per diversi anni in serie C) ad avvicinarmi al mondo del calcio fino da piccolo. E’ nata fin da subito una passione, condivisa con mio papà, e i suoi consigli mi hanno aiutato a crescere e far strada in questo mondo.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
La forza di Volontà, accompagnata dal talento e dalla voglia di sacrificio, è la base nel mondo dello sport.
Se dovesse dare qualche consiglio utile ai ragazzi che si avvicinano alla specialità, cosa suggerirebbe?
La cultura del lavoro quotidiano cercando di migliorarsi ogni giorno, raggiungere gli obiettivi prima di squadra e poi personali, curare l’alimentazione e, come dicevo prima, il sacrificio sia in campo che fuori. Questi sono i consigli che darei al giovane calciatore.