Luigi D’Emilio, dopo 30 anni i Policlinici non hanno completato il percorso organizzativo
24 Luglio 2023“Salutammo con piacere nel dicembre scorso la volontà espressa dal Consiglio regionale della Campania con l’articolo 9 della finanziaria di efficientare le attività delle aziende ospedaliere universitarie di Napoli. Ma da allora è calato il silenzio.
Non vorremmo che ancora una volta sia stata messa in atto qualche frenata su spinta di interessi di parte. Perciò chiediamo che si proceda subito ad attuare la legge”. Luigi D’Emilio, leader della Cisl Funzione Pubblica di Napoli, ricorda che ci soni voluti 30 anni per trasformare i due Policlinici cittadini in aziende ospedaliere universitarie in attuazione del decreto legislativo 502, ma ancora non si definisce il percorso organizzativo previsto dalla norma.
“Entro 6 mesi – sottolinea – dovevano essere stipulati appositi protocolli di intesa tra la Regione e le due strutture per l’adozione del modello aziendale unico. Il tempo è scaduto abbondantemente, ma niente succede. Eppure le emergenze in atto avrebbero imposto di non aspettare il limite ultimo della tempistica prevista dalla finanziaria, perché da quell’accordo dipendono conseguenze di importanza vitale per i cittadini e per il buon funzionamento della sanità nell’intera area metropolitana, a partire dall’attivazione di 700 posti letto mai messi in funzione presso la Federico II e la Vanvitelli che avrebbero bloccato la migrazione e il conseguente aggravio di spese a carico di tutti noi, e dall’adozione di un piano straordinario di assunzioni, bloccato per effetto della limitazione al 25% della sostituzione del personale per turn over.” La Funzione Pubblica parla di “danni incredibili al settore” e chiede di individuare “eventuali responsabilità”. “In tutto il Paese – conclude il segretario generale D’Emilio – la riforma si è perfezionata regolarmente da tempo, qui invece siamo alle farse, come il pronto soccorso alla Vanvitelli mai messo in funzione nonostante siano stati spesi 2 milioni e 400 mila euro di soldi pubblici. Ci troviamo in un’area come Napoli e provincia che conta su 9 mila posti letto in totale su 3 milioni di abitanti, una quota di per sé insoddisfacente rispetto ai bisogni. Eppure molti di questi non sono nemmeno funzionanti. Nel frattempo restano inattuate anche leggi innovative come quella varata dal Consiglio nel dicembre scorso. Perché? A chi fa comodo questo impasse?”