L’uso dei camici al bar o in mensa aumenta il rischio infezioni

L’uso dei camici al bar o in mensa aumenta il rischio infezioni

19 Marzo 2025 Off Di La Redazione

Indossare il camice fuori dagli ambienti sanitari facilita la diffusione di germi e batteri, aumentando il rischio di infezioni ospedaliere. Per questo, il commissario della Città della Salute e della Scienza di Torino, Thomas Schael, ha imposto il divieto di accesso alla mensa, ai bar e agli uffici aziendali con divise sanitarie. La misura, ribadita in una circolare inviata ai direttori sanitari e delle strutture ospedaliere, mira a rafforzare le norme igienico-sanitarie e a ridurre il rischio di infezioni correlate all’assistenza (Ica), che colpiscono circa il 5% dei ricoverati, con punte superiori in alcune statistiche.

Il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva dell’Università Statale di Milano, sottolinea che il trasporto di germi tra diversi ambienti è un fattore di rischio significativo per la diffusione delle ICA. Studi scientifici evidenziano come i camici possano essere contaminati da batteri pericolosi, tra cui lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA) e il Clostridium difficile, che possono rimanere attivi sui tessuti per ore o giorni. Il problema è aggravato dal fatto che molti camici non vengono cambiati quotidianamente, aumentando ulteriormente il pericolo di trasmissione.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (Cdc) raccomandano da anni misure più severe per la gestione dell’abbigliamento sanitario. In alcuni paesi, come il Regno Unito, i camici a maniche lunghe sono stati vietati in ospedale, sostituiti da divise con maniche corte per ridurre il rischio di contaminazione. Nonostante ciò, la pratica di indossare camici fuori dagli ambienti clinici è ancora diffusa in molte strutture, contribuendo alla circolazione di microrganismi patogeni.

L’iniziativa della Città della Salute di Torino si allinea quindi alle migliori pratiche internazionali. Il direttore sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano sottolinea che il controllo delle infezioni passa anche dal “dress code” sanitario, e misure come questa contribuiscono a rafforzare una cultura dell’igiene negli ospedali.

La circolare di Torino, sottolinea dal canto suo Pregliasco “di sicuro è un elemento che in generale accende l’attenzione sull’importanza di igiene e pulizia nelle strutture sanitarie, di misure che vanno attuate sistematicamente, più o meno stringenti a seconda dell’ambiente in cui si lavora, con un livello massimo per luoghi come sale operatorie, centri ustionati, terapie intensive e così via”. Quello delle infezioni correlate all’assistenza, cioè acquisite in ospedale, “è un problema non facile da approcciare e contenere, e purtroppo impossibile da azzerare – precisa Pregliasco – anche perché abbiamo pazienti sempre più fragili e immunodepressi, bisognosi di interventi molto invasivi che come tali rappresentano un rischio. È un problema sanitario, ma anche di costi e medico legale”, puntualizza l’esperto. “È chiaro che serve un’attenzione sistematica su più livelli, che cambiarsi, procedere a un rituale di pulizia non banale, non è il solo elemento, ma è un fattore cruciale”, assicura il virologo.

 

 

 

 

 

 

Fonte: https://www.doctor33.it/articolo/63842/luso-dei-camici-al-bar-o-in-mensa-aumenta-il-rischio-infezioni