Malasanità

Malasanità

17 Agosto 2024 Off Di Corrado Caso

 “La Sanità italiana è uno dei principali collettori della corruzione” come evidenziano i dati contenuti nel rapporto della “Commissione sulla prevenzione del fenomeno corruttivo”, presieduta da Roberto Garofoli”.

 Roberto Garofoli affonda il dito in una piaga infetta, nello stato corruttivo della sanità italiana.  Indica   quanto emerge di un iceberg che abbiamo imparato a conoscere dalle notizie di cronaca. Un costume che Raffaele Cantone, Presidente della anticorruzione sottolinea “A me interessa dire che (la corruzione) è molto alta e produce danni e molto gravi, la corruzione esiste, è particolarmente profonda, grave nel settore della sanità”.

 Paradisi fiscali, società di comodo, multinazionali il cui motivo costante è il profitto e un relativismo morale che tenta di giustificare e normare il malcostume …. Questo è quello che vediamo ma, “il particolarmente profonda”, quello che è sommerso è, purtroppo, inafferrabile, liquido, spandibile e non ne conosceremo la realtà ma ne soffriamo le conseguenze sulla nostra pelle. Un costume che diventa una componente strutturale del problema. Il totem che verticalizza e celebra la genetica degli imbroglioni. Identifica, molto spesso, una nazione ambigua e connivente supportata da una generale accidia, dalla indifferenza, dalla sopportazione, da una storia costruita sul dovere dei “fessi “e sul falso diritto dei furbi. Si arriva all’assurdo che quanti   pagano, per senso civico e affiliazione il “pizzo di Stato” perpetuano e condividono uno Stato che delinque come  definito  con linguaggio autorevole a livello nodale. È impensabile che la giovane nobiltà dell’Italia turrita, il suo secolare patrimonio di civiltà, le torri delle tante città d’arte e bellezza che la coronano possa trasformarsi in una identità criminale e disamorata al punto da richiedere ai suoi figli il “pizzo”.    

Il malaffare, l’esiguità delle risorse economiche, i costi per patologia, la fragilità di una popolazione che invecchia e ha l’incarnato e i mille bisogni della fragilità rischia di compromettere un sistema sanitario nazionale che rappresenta nei suoi limiti, ancora oggi, un raro esempio di civiltà.  Malasanità e liste d’attesa, carenza di personale, incarichi politici, etica medica e la dignità del singolo malato sono parte, oggi, di un mondo rivoluzionato che ha perduto i punti di riferimento dove ancorare i bisogni di salute e benessere.  Dal Christus Medicus, al buon samaritano, allo sciamano cerchiamo la sicurezza che tutto quello che si è scritto e detto è diventato “atto” nel comportamento del corpo sanitario e non pifferaio magico che copre con il suono ammaliatore, le ingiustizie, i trucchi dell’attesa, le inefficienze, i furti , l’accreditamento di un privato arrogante che privilegia ed esclude. Sullo striscione della vergogna sono riportati milioni di persone che, ai limiti della povertà o completamente poveri, non accedono alle cure primarie.

Se cade malauguratamente, tra chiacchiere e distintivo, quanto resta del Sistema sanitario nazionale, se con l’autonomia differenziata un nord antropofago divora le ultime speranze del sud, il danno sarà imprevedibile nelle conseguenze, amplificato dalla povertà che si spande a macchia d’olio e, come tenebra, intristisce e toglie il respiro. Una persona a me cara, Primario di Bronco pneumologia presso l’Ente Ospedaliero “Giovanni da Procida” di Salerno il professore Gramazio nei nostri giri tra i malati del reparto che dirigeva, ripeteva che più di ogni altra virtù era indispensabile, in questo tempo, la speranza e la consapevolezza di dover proteggere con parole e azioni   uno dei principi fondanti della nostra Costituzione: “Il diritto alla salute”.