Malattia Congo, rischio internazionale resta basso

Malattia Congo, rischio internazionale resta basso

28 Dicembre 2024 Off Di La Redazione

L’Italia ha innalzato i livelli di attenzione ai punti di ingresso portuali e aereoportuali sulle persone provenienti dal Congo, a scopo precauzionale. Al momento, non esiste infatti nessuna indicazione sulla presenza di focolai nel nostro Paese associabili ad una malattia ancora non diagnosticata con sintomatologia che include febbre, mal di testa, tosse, naso che cola e dolori muscolari. Lo comunica in una nota l’Istituto Superiore di Sanità che ha istituito un team di coordinamento con il ministero della Salute allo scopo di monitorare la situazione, e che fa il punto sulla malattia. Spunta anche una nuova ipotesi, parrebbe che possa essere coinvolta anche l’influenza in co-infezione con altri virus, come Sars-CoV-2. Lo ha detto un portavoce del Governo, secondo quanto riportano fonti di stampa. “Si tratta di un’influenza che è stata formalmente identificata”, ha affermato il portavoce del governo Patrick Muyaya. Circa il 28% dei campioni analizzati sono positivi all’influenza; frequentemente inoltre sono stati rilevati rhinovirus e Sars-Cov-2.

Dai dati riportati dall’Oms, tutti i casi gravi sono stati registrati in persone con grave malnutrizione, la maggior parte bambini sotto i cinque anni di età. Secondo le autorità sanitarie del Congo a provocare il focolaio potrebbe essere stata una forma grave di malaria, ma l’Oms non ha ancora tratto conclusioni dalle analisi in corso. Tra le ipotesi considerate al momento come causa della malattia figurano polmonite acuta, influenza, Covid-19, morbillo e malaria, con la malnutrizione come fattore concomitante. Al momento non è escluso che più di una patologia stia contribuendo ai casi e ai decessi. In tutto, nella Provincia di Panzi, sono stati registrati 527 casi e 32 persone decedute. Qual è rischio di diffusione? Secondo l’Oms, il rischio di diffusione è alto per le comunità colpite. A livello nazionale, nel Congo, il rischio è invece considerato moderato, considerato il focolaio in una zona molto remota. A livello internazionale è al momento ritenuto basso. È stata confermata, intanto, la negatività dei test eseguiti dall’Istituto superiore di sanità sui campioni prelevati dal paziente ricoverato in novembre a Lucca di rientro dalla Repubblica Democratica del Congo. “I test molecolari finora effettuati – informa l’Iss aggiornando le faq sulla malattia misteriosa che ha colpito il Paese africano – sono risultati negativi per i seguenti patogeni: Arbovirus (Alphavirus, Flavivirus, Rift Valley virus), Lassa virus, virus respiratori (influenza A, influenza B, SARS-CoV-2, rhinovirus, coronavirus NL63, 229E, OC43 e HKU1, parainfluenza virus 1, 2, 3 e 4, metapneumovirus A/B, bocavirus, RSV A/B, adenovirus, parechovirus), Borrelia spp (Lyme group), Borrelia recurrentis LBRF (Louse borne relapsing fever), Borrelia duttoni TBRF (Tick borne relapsing fever), Borrelia TBRF group, Bartonella spp, Erlichia spp, Rickettsia spp, virus del morbillo, Plasmodium spp”. “Si sottolinea – puntualizza però l’Iss – che la negatività dei test effettuati su campioni prelevati a distanza dall’inizio dei sintomi, insorti mentre il paziente era in Rdc, e dopo la guarigione, non esclude il fatto che la sintomatologia riportata possa essere stata correlata all’infezione causata da uno dei patogeni suddetti. Sono tuttavia ancora in corso le analisi metagenomiche per ulteriori verifiche”.

“L’Italia – ricorda l’Istituto superiore di sanità – ha innalzato i livelli di attenzione ai punti di ingresso portuali e aereoportuali sulle persone provenienti dalla Rdc, ed è stato istituito in via del tutto precauzionale un team di coordinamento tra il ministero della Salute e l’Iss allo scopo di monitorare la situazione e predisporre eventuali interventi. Tutte le misure sono state prese a scopo precauzionale, e non esiste al momento nessuna indicazione sulla presenza di casi associabile a questo focolaio sul territorio italiano”, ribadisce l’istituto. “Sempre a scopo precauzionale – fa il punto l’Iss – sono stati segnalati dalle autorità sanitarie locali 2 casi di pazienti provenienti dalla Rdc con sintomi simili a quelli descritti nel focolaio di Panzi, che ricordiamo essere in gran parte sovrapponibili a quelli di una sindrome simil influenzale. Il primo paziente è stato ricoverato dal 22 novembre presso l’Ospedale San Luca di Lucca di rientro dalla Rdc, dove risiedeva in una zona lontana dal focolaio epidemico. Il paziente presentava una sintomatologia simile a quella descritta nel Paese africano, ed è stato dimesso il 3 dicembre perché guarito. A scopo precauzionale, alcuni campioni di siero e di sangue prelevati durante il ricovero e dopo la guarigione sono stati inviati all’Iss per le analisi” e i risultati sono quelli sopra riportati. “Una seconda paziente di rientro dalla Rdc, dove aveva soggiornato, anche in questo caso, lontano dal luogo del focolaio, era stata ricoverata con febbre presso l’Azienda ospedaliera di Cosenza a fine novembre. La donna è perfettamente guarita in pochi giorni, e gli esperti Iss hanno suggerito alla struttura ospedaliera di conservare un campione di sangue per eventuali controlli futuri da effettuare una volta individuata una possibile causa del focolaio di Panzi”. Infine, “un ulteriore caso sospetto è stato segnalato in una persona deceduta in provincia di Treviso che aveva viaggiato in Rdc, ma secondo i test effettuati dall’Istituto Lazzaro Spallanzani la causa del decesso è riconducibile ad una forma grave di malaria”.

 

 

 

 

Fonte: https://www.doctor33.it/articolo/63155/malattia-congo-rischio-internazionale-resta-basso-ecco-cosa-sappiamo