Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali: nuovo progetto di formazione per i gastroenterologi
20 Ottobre 2022“L’efficienza del nostro centro è dovuta al fatto che nella stessa sede si sviluppa un approccio multidisciplinare e si ha la possibilità di realizzare tutte le attività necessarie, che aiutano a monitorare il paziente e a intervenire in tempi rapidi” sottolinea il Prof. Paolo Gionchetti, Direttore del reparto MICI del Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna
AL VIA L’ACADEMY PER LE MICI – Partito questa settimana il nuovo progetto di formazione sulle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali – MICI, la Malattia di Crohn e la Colite Ulcerosa, spesso note anche con l’acronimo inglese di Inflammatory Bowel Disease – IBD. Punto di riferimento è il Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, centro di eccellenza nel trattamento di queste patologie: in questa sede, per cinque mesi da ottobre a febbraio, giovani specialisti gastroenterologi provenienti da tutta Italia potranno vivere due giorni di intensa formazione per comprendere i corretti approcci diagnostici e terapeutici nei confronti delle MICI, attraverso una condivisione delle proprie esperienze e con lo studio di un modello efficiente come quello bolognese. I docenti sono il Prof. Paolo Gionchetti, Professore Associato di Medicina Interna presso l’Università di Bologna e Direttore del reparto MICI del Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna; Prof. Fernando Rizzello, Professore Associato di Medicina Interna presso l’Università di Bologna e Dirigente Medico della Struttura per le MICI del Policlinico S. Orsola-Malpighi; Marco Salice, Dirigente Medico Medicina Interna Policlinico S. Orsola-Malpighi. A supportare il progetto l’azienda coreana Celltrion Healthcare, che intende favorire un progetto culturale e tecnico per migliorare il know-how degli specialisti delle IBD mediante un affinamento delle competenze presso un centro di indiscussa qualità.
MULTIDISCIPLINARIETÀ E APPROCCIO INTEGRATO, LA FORZA DI BOLOGNA – Al Sant’Orsola di Bologna sono seguiti con regolarità oltre 15mila pazienti con MICI; inoltre ogni giorno si tengono dalle 6 alle 8 prime visite nell’ambulatorio e un numero di accessi che va dai 60 ai 70, con numeri in costante crescita e un intenso flusso di pazienti.
“Questo progetto consente ai nostri colleghi di osservare il metodo di lavoro di un centro integrato sulle MICI, i cui pazienti spesso rappresentano casi complessi che necessitano di un approccio multidisciplinare e quindi una valutazione congiunta, perché oltre alla patologia in sé possono sopraggiungere diverse complicanze, che richiedono l’intervento di diversi specialisti, tanto che nella nostra struttura interagiscono continuamente gastroenterologi, dermatologi, radiologi, reumatologi, chirurghi e altre figure di varie branche – spiega il Prof. Paolo Gionchetti – Diagnosi e scelta terapeutica diventano così un percorso da sviluppare con grande attenzione. L’efficienza del nostro centro è dovuta al fatto che nella stessa sede si sviluppa un approccio multidisciplinare e si ha la possibilità di realizzare tutte le attività necessarie per un paziente, da semplici consulti e visite congiunte, a ecografie, infusioni, endoscopie, esami radiologici e interventi chirurgici, che aiutano a monitorare il paziente costantemente e a intervenire con eventuali trattamenti in tempi rapidi. In questa esperienza, i giovani specialisti possono anche apprezzare il rapporto umano che si instaura con i pazienti, un elemento fondamentale per garantire la massima efficacia delle strategie, che mettono il paziente al centro dell’attenzione, valutandone approfonditamente non solo lo stato clinico ma anche le sue esigenze per avere una qualità di vita adeguata.
LE MICI: PATOLOGIE SUBDOLE, ALTAMENTE INVALIDANTI E IN AUMENTO – La Malattia di Crohn e la Colite Ulcerosa sono malattie difficili da diagnosticare e solo una diagnosi precoce può permettere un’agevole gestione della patologia. Inoltre, colpiscono spesso in età giovanile, in alcuni casi addirittura in età pediatrica, con conseguenze sull’attività scolastica, lavorativa e sociale del paziente. Un dato recente, che avvalora ulteriormente il progetto di formazione, è che si tratta di patologie sempre più diffuse in Italia, alcune stime ipotizzano persino un raddoppio entro il 2030 degli attuali 250mila pazienti attualmente ritenuti affetti da queste patologie. Un fenomeno che sarà accompagnato da un invecchiamento progressivo della popolazione colpita. Dati preoccupanti che rendono necessario un approccio moderno e specifico.