Marcello Lamanna: “Il futsal non si gioca ma si vive”
8 Aprile 2023La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
Eh sì, pare che la fase più acuta del Covid sia alle spalle. Da sportivo non nascondo di aver vissuto questa situazione di difficoltà “del nostro mondo”, non benissimo. Attualmente le cose vanno meglio per noi addetti ai lavori, è vero ma affrontare tutto ciò non è stato facile.
Lo sport, spesso purtroppo, è visto come una cosa secondaria e gli sì da poco valore. Cosa sbagliatissima ovviamente e quindi toccava e tocca a noi che ci siamo dentro, rialzarci e far sentire la nostra voce.
Far capire a tutti quanto sia importante il nostro settore. Le misure restrittive, soprattutto nel primo lockdown ci hanno penalizzato tanto…non poter uscire per una corsa o nel mio caso specifico, non allenare è stata dura. Fortunatamente la paura è durata relativamente poco grazie ai vaccini e alla ricerca.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
Le indecisioni dei politici sono figlie di una situazione nuova anche per loro. Gestire la pandemia non sarà stato facile, quindi distribuirei le colpe (se colpe ci sono) dovute ai tentennamenti in maniera equa. Qualcosa l’abbiamo sbagliata anche noi cittadini. Detto questo, far parte o meglio, lavorare con un cosiddetto “sport minore” è ancora più difficile. Se pensate che il Futsal è una disciplina per lo più indoor.
La mia società, Asd Castellana calcio a 5 è stata attentissima a tutte le precauzioni anti contagio. Facevamo tamponi ogni 3 giorni e ci hanno fornito sempre tutti i dispositivi medici. Giocare a porte chiuse e con il distanziamento in uno sport di contatto posso assicurarvi che è risultato quasi impossibile…ma ci siamo riusciti.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Posso affermare di praticare sport da sempre. Vedere mio padre andare a correre mi ha fatto innamorare dell’attività fisica e più in là, il totale bisogno di competizione mi hanno spinto ad avvicinarmi al Futsal.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
In realtà io non so se ho doti personali o specifiche attitudini. So però che voglio arrivare ad uno scopo, senza che qualcuno mi regali qualcosa. Quindi certo, totale forza di volontà e (non so se sia un bene questo) ci vuole ossessione per la disciplina che si vuole affrontare. Ossessione nel superare imprese difficili.
Dedizione alla causa, qualunque essa sia.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
Ho la fortuna di allenare dei 17-18enni da sei anni. Vedo i loro occhi affamati di sapere, vogliosi che qualcuno gli dia fiducia. Io consiglio loro di avvicinarsi al Calcio a 5 perché è uno sport di sacrificio, in cui MAI si sta fermi, nel quale alla prima distrazione si è puniti. Uno sport in cui basta un secondo e la gara può cambiare. Dico loro spesso che è una totale metafora della vita. Ecco perché il Futsal non si gioca ma si Vive.