Marco Gaetani, lo sport stimola la mente ed il carattere

Marco Gaetani, lo sport stimola la mente ed il carattere

10 Febbraio 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Basterebbero anche solo 10 minuti di attività fisica a settimana affinché migliori sensibilmente il nostro buonumore. Sono i risultati di un recente studio di Cambridge.

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un giovane ma promettente pallavolista: Marco Gaetani.

Ha iniziato a giocare a pallavolo all’età di 9 anni nelle giovanili della Riviera Samb Volley di San Benedetto del Tronto. Con loro ha avuto poi la possibilità di salire di categoria passando per la Prima Divisione, poi Serie D e infine Serie C. Durante il suo “servizio” con la Riviera Samb ha avuto anche modo di fare esperienze di carattere nazionale come far parte della Rappresentativa regionale Marche al Trofeo delle regioni del 2017 e partecipare alla Junior League del 2019 con la squadra del Volley Potentino di Porto Potenza Picena. Quest’anno, a causa di studio, si è spostato in Ancona ed ha ottenuto il prestito per un anno alla Terra Dei Castelli Volley (Agugliano), con la quale gioca in Serie C. 

Come hai vissuto e come vivi, come hai affrontato e come affronti, la paura della pandemia, del contagio e del notevole disagio legato alle indispensabili, severe, misure restrittive?

Avendo vissuto il primo periodo di pandemia in tempo di quinto superiore e il secondo periodo in tempo di prima esperienza universitaria devo dire che la paura del contagio ha influito in maniera pesante, e soprattutto negativa, sulla percezione che ho avuto di questi due anni. Anni in cui fino a poco tempo fa un ragazzo tendeva a sfruttare gli ultimi sprazzi di scuola superiore con gli amici di sempre prima di buttarsi nella sfida degli esami di maturità e subito dopo catapultarsi nel mondo del lavoro/università, ma che da me sono stati visti con il “filtro” del Covid-19 che mi ha portato via buona parte di queste esperienze con non pochi rimpianti. Ad oggi grazie allo sviluppo positivo della situazione e alla presenza del vaccino affronto la stessa paura con più tranquillità e consapevolezza, ma con la speranza che presto possiamo salutare le restrizioni che precludono di svolgere con serenità attività di studio, sociali e sportive.

Quanti danni secondo te, hanno causato allo sport in generale, al volley in particolare, le chiusure indiscriminate della prima ora e la successiva e non sempre coerente gestione politica?

Io pratico, ormai da 11 anni, pallavolo a livello agonistico e devo dire che le chiusure e le restrizioni degli ultimi periodi hanno messo le varie società e in particolare quelle minori che fanno affidamento sull’attività giovanile davvero in difficoltà: dover fronteggiare cambiamenti quasi settimanali di regole sugli allenamenti e sulle partite di campionato (rinvii, annullamenti e pause prolungate a periodi alterni) è stato causa di rinuncia da parte di diversi atleti. Io stesso sono stato testimone di “abbandoni” di miei ormai ex compagni, al giro di boa del campionato, per la mancanza di stimoli e di certezze sulla prosecuzione in maniera seria delle partite. Inutile dire che questo fenomeno si è amplificato nelle categorie giovanili spesso ancor più penalizzate, divenendo anche causa di diminuzione di iscrizioni da parte dei più piccoli che si trovano davanti un ambiente disorganizzato ed incerto, di certo non quello che cerca un neo-sportivo.

Quanto valore attribuisci al binomio sport-salute? Ovvero, quanto è fondamentale l’attività sportiva per il conseguimento e il mantenimento del benessere psicofisico?

Ho sempre pensato che praticare uno sport specie a livello agonistico sia di fondamentale importanza innanzitutto per mantenere la salute fisica, ma allo stesso tempo per permettere alla nostra mente di sfuggire alla quotidianità e concedersi una/due/tre ore di puro svago e competizione. Ne ho avuto la conferma per esperienza personale, ma mi sono arrivate ulteriori conferme perchè come studente di medicina ho avuto modo di confrontarmi con professori e medici su questo tema, ricevendo sempre pareri favorevoli alla pratica sportiva da parte dei giovani e dei meno giovani. Dopotutto, anche in tempo di pandemia si è visto come avere un fisico allenato e abituato a sopportare stress controllati e frequenti quali possono essere la pratica di uno sport possa contribuire a un superamento più lineare della malattia e alla diminuzione di sintomatologie gravi in caso di contagio, motivo per cui ho sempre ritenuto debilitante e controproducente impedire la pratica sportiva anche individuale nei periodi di quarantena.

Cosa ti ha dato la pallavolo in termini di crescita personale, sociale e professionale?

La pratica sportiva mi ha dato, e mi dà tuttora, moltissimi spunti di crescita in ambito personale. Praticare uno sport a livello agonistico mette alla prova sia il fisico che come dicevo prima si “allena” a fronteggiare possibili stress come ad esempio una malattia, sia la mente ed il carattere, che vengono continuamente stimolati da sfide interne ed esterne, da competizione, voglia di avere successo, soddisfazioni e delusioni. Queste ultime sono secondo me le più grandi maestre nello sport, perché spingono un atleta a migliorarsi sempre di più e non cedere alle prime difficoltà, un insegnamento che si dimostra poi preziosissimo anche nella socialità e nella vita quotidiana. Insomma, si deve vincere, ma si deve anche perdere per diventare persone “complete” e mature!