Mario Uliano, il calcio mi ha trasmesso valori ed emozioni
27 Maggio 2021Le attività sportive lentamente riprendono insieme alle nostre speranze che la campagna vaccinale possa finalmente arginare il problema Covid-19 e le sue varianti.
Purtroppo pandemia, chiusure indiscriminate e confusa gestione politica hanno lasciato sul campo di battaglia di questa Terza Guerra Mondiale morti e feriti non soltanto per il virus.
Molte attività lavorative si sono irrimediabilmente e definitivamente fermate. La colpa di chi è? Del virus senz’altro, ma anche della confusa gestione politica.
Il commercio, nella maggior parte dei casi è distrutto, i gestori delle attività sportive languono, la gente del Teatro, a meno che non si parli di “Mostri Sacri”, sta piangendo lacrime amare, non parliamo del mondo che ruota attorno al Turismo..e mettiamo in conto anche la lentezza totale della giustizia civile, fortunatamente il Penale sembra procedere ancora spedito.
Il Calcio dilettantistico ha pagato il prezzo più alto per queste chiusure indiscriminate.
Ne parliamo con un suo valido esponente Mario Uliano.
Ha iniziato il suo percorso agonistico con la Libertas Vesuvio Ercolano, proseguendo con l’Ercolanese, la Sarnese, Pro San Giorgio e Ponticelli.
Come ha vissuto e vive Mario Uliano la paura della pandemia, del contagio ed il disagio per le indispensabili misure restrittive?
Le emozioni più forti inizialmente sono state ansia e paura, poi sono state seguite da un momento di speranza con l’arrivo dell’estate, per poi ripiombare nella disillusione durante l’autunno avvertendo un senso di insofferenza, irritabilità, esasperazione, scoraggiamento e anche rabbia, a causa del trascinarsi della situazione. Il protagonista principale in negativo è stato L’isolamento in un modo o nell’altro, questa misura restrittiva per limitare la trasmissione del virus ha avuto un impatto notevolmente devastante nella mia vita sociale e nei rapporti con i miei cari.
Quanti danni hanno arrecato al Calcio dilettantistico la pandemia, la clausura forzata e la confusa gestione politica?
Le scuole calcio sono, appunto, chiuse o per lo meno in base al colore della regione sono molto limitate e a farne le spese, oltre agli istruttori, sono soprattutto loro, i bambini. La pandemia ha praticamente rivoluzionato il modo di affrontare gli allenamenti e ciò che circonda il settore calcistico. Se escludiamo i professionisti, il mondo del calcio dilettantistico è letteralmente in ginocchio. Questo fa molto male e se non ci saranno adeguate misure in aiuto la vedo molto dura nell’immediato futuro.
Cosa Le ha dato il Calcio in termini di crescita personale, sociale e professionale?
Il Calcio mi emoziona perché è qualcosa che parte da dentro, non riesco a spiegarvi bene cosa è questo sport per me. Posso dirvi con esattezza però che il calcio mi ha dato tutto. E per tutto intendo non cose materiali, ma sensazioni ed emozioni che porterò sempre con me. Mi ha dato amicizie, quelle vere. Mi ha fatto conoscere tante persone belle da cui prendo spesso insegnamenti. Mi ha dato l’affetto della gente, mi ha dato una linea guida per la mia vita e mi ha trasmesso tantissimi valori.
Dopotutto un vecchio detto dice proprio così “fai quello che ami e non lavorerai mai un solo giorno della tua vita”.