Massa Lubrense, il respiro della Madonnina del Vervece
27 Agosto 2020A dodici metri di profondità, su un piano roccioso, c’è una bella statua di bronzo raffigurante la Beata Vergine con le mani giunte in preghiera. A protezione di quanti la invocano.
A Poco meno di un chilometro di distanza dal porto di Marina della Lobra c’è uno scoglio che da queste parti è conosciuto con il toponimo di scoglio del “Vervece”. Coloro che hanno la fortuna di immergersi nelle acque che lo circondano, scopriranno che le sue pareti scendono a picco per una cinquantina di metri, e che il mondo sommerso che vi si nasconde possiede una biodiversità marina tra le più ricche del Golfo di Napoli. A dodici metri di profondità, su un piano roccioso, c’è una bella statua di bronzo raffigurante una Madonna con le mani giunte in preghiera. Ogni anno a settembre, subacquei a marinai si recano in pellegrinaggio allo scoglio del Vervece, e celebrano accanto alla Madonnina di bronzo la cosiddetta “Festa della Madonna” in ricordo di quanti persero la vita in mare.
Quest’anno durante il lockdown ho pensato a lungo a quella Madonna in fondo al mare. Quando in Tv vedevo sfilare davanti alle telecamere la teoria di camion dell’Esercito Italiano trasportare via i nostri fratelli morti a causa del covid-19: senza un fiore, senza un saluto, senza una lacrima, mi è mancato il respiro. Quando pensavo alla solitudine alla quale i protocolli anti covid hanno condannato gli anziani, mi è mancato il respiro. Quando nelle unità di crisi portavano i moribondi attaccati ai ventilatori, mi è mancato il respiro. Quando la sera il capo della Protezione civile faceva la conta dei morti, mi è mancato il respiro. Quando il Papa nella solitudine di Piazza San Pietro ha celebrato la Messa di Pasqua, mi è mancato il respiro. Questa “maledetta” mascherina che sono costretto a indossare da allora per lavorare o poter stare in compagnia degli altri, mi toglie il respiro!
Quella Madonnina di bronzo che giace in fondo al mare e che osserva muta non il Figlio sulla croce ma il dolore eterno di chi non farà più ritorno a casa perché giace lì da qualche parte in fondo all’abisso: senza un fiore, senza un saluto e senza una lacrima, mi toglie il respiro perché è la preghiera più assordante che si possa levare al mare, quella di una madre che ama e non abbandonerà mai i suoi figli ovunque essi siano. La Madonna è e sarà sempre lì ad attenderli: oltre l’eternità. Coloro che annegano in mare, coloro che muoiono di covid condividono questo dolore, si congedano dalla loro esistenza inseguendo l’ultimo respiro. Quest’anno, quando v’immergerete davanti alla Madonnina, riempitevi i polmoni di tutta l’aria che siete capaci: fatelo come se stesse pregando, e poi trattenetela il più a lungo possibile: fatelo come fosse l’abbraccio più forte a chi amate, e poi tornate su a riempirvi i polmoni, e fatelo come se con il vostro respiro potreste riempire i polmoni di tutti coloro che non possono più farlo ma fatelo con tutta la gioia di vivere che avete dentro perché il respiro è un inno a Dio non alla morte. Questo è il respiro della Madonnina del Vervece.