Matteo Gioia, la riabilitazione è un viaggio che va affrontato insieme

Matteo Gioia, la riabilitazione è un viaggio che va affrontato insieme

26 Agosto 2024 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Con Matteo Gioia-Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, Chinesiologo di base, ex Youth leader per Special Olympics Italia, ex allenatore di basket e da sempre promotore dell’inclusione sociale e sportiva- un piccolo focus sulla Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva.

 Da qualche decennio si parla di psicomotricità e  di riabilitazione. Ce ne vuole chiarire portata e campi di applicazione?

La figura del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva(T.N.P.E.E.)   diversa dallo psicomotricista che si forma in scuole gestite da enti privati e appartiene alla classe delle professioni non riconosciute da alcun albo  svolge attività di educazione, prevenzione e sostegno sia in età evolutiva che in età adulta, spesso lavorando con gruppi di persone e nasce dall’integrazione della cultura psicomotoria, unita alla conoscenza teorico-clinica della neuropsichiatria infantile, della neurologia, della neuropsicologia e della psicopatologia dello sviluppo. Si tratta di  un professionista sanitario con una titolarità e autonomia professionale dal 1997 e si occupa di prevenzione, valutazione funzionale e ri-abilitazione di soggetti in età evolutiva (0-18 anni), cercando di stimolare l’acquisizione o il recupero di abilità e autonomie, favorendo uno sviluppo psico-fisico armonico delle competenze del bambino.

Il Tnpee  ha come formazione una laurea triennale di primo livello, per esercitare la professione deve superare un esame abilitante e iscriversi all’Albo dell’ordine di appartenenza, e in seguito deve continuare a formarsi attraverso corsi e master.

 Per quella che è la sua esperienza che risultati si ottengono  con la psicomotricità applicata  ai ragazzi affetti da spettro autistico?

La terapia neuro e psicomotoria applicata ai ragazzi affetti da spettro autistico , con tempistiche differenti a seconda del livello di gravità della diagnosi , porta i suoi risultati a breve , medio e lungo termine .

Solitamente i primi risultati tangibili sono quelli a livello comportamentale , dove il /la bambino/a modifica notevolmente i tempi di attesa , quelli di lavoro e quelli di attenzione . Si passa poi ad un miglioramento dell’aspetto richiestivo ( dammi l’acqua , dammi la merenda ) fino ad arrivare all’aspetto relazionale . L’aspetto della riabilitazione , o per meglio dire il percorso riabilitativo , è un viaggio ( spesso lungo anche anni ) che la famiglia , il bambino e tutte le figure professionali devono svolgere insieme e utilizzando tutti la stessa strategia .

 la fisiokinesiterapia è considerata a torto, figlia di un dio minore ed invece è importante nella risoluzione di problematiche patologiche. Ce ne vuole parlare?

La fisiokinesiterapia indica una serie di trattamenti (manuali o strumentali) che consentono al paziente, debilitato in seguito ad un trauma, un intervento chirurgico o una determinata patologia, un recupero muscolare, articolare o anche funzionale volto al miglioramento dell’autonomia e della qualità di vita del paziente stesso.

Nella mia esperienza professionale ho applicato un paio di volte tecniche di mobilitazione articolare in casi di pazienti autistici che presentavano comorbidità con un’altra patologia ( emiplegia degli arti inferiori ) . Nella maggior parte dei casi , durante le terapie , sono solito utilizzare percorsi motori e senso motori , per andare a lavorare sull’aspetto dell’equilibrio e della consapevolezza del proprio corpo .

 Vedere un paziente che migliora sensibilmente o che almeno non peggiora risulta molto gratificante. Ricorda qualche caso che le ha dato particolare soddisfazione?

La gratificazione più grande è vedere , inizialmente , il raggiungimento degli obiettivi a breve termine : questo primo traguardo rendere ancora più consapevoli tutti della qualità e dell’importanza del lavoro svolto . È bellissimo essere guardati negli occhi o ridere, un sorriso, una carezza piuttosto che un abbraccio da parte di un bambino autistico ( la maggior parte di questi bambini odia il contatto fisico in generale ) .

La soddisfazione più grande la vivo ogni giorno quando torno a casa e penso ai progressi effettuati dai miei pazienti giornalmente perché, come ho detto in precedenza, la riabilitazione è un viaggio lungo che va affrontato insieme .