Matteo Impieri: “La perseveranza conta più del talento”
10 Novembre 2022“Se c’è una magia nella boxe è la magia di combattere battaglie al di là di ogni sopportazione, al di là di costole incrinate, reni fatti a pezzi e retine distaccate. È la magia di rischiare tutto per realizzare un sogno che nessuno vede tranne te.” (
Oggi parliamo di Covid, sport e salute con: Matteo Impieri.
La fase pandemica più acuta sembra ormai alle spalle, anche se i continui colpi di coda non lasciano tranquilli, come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport, come ha gestito la paura del contagio e del disagio legato alle misure restrittive?
Credo che, da un momento all’altro, siamo stati catapultati in una situazione imprevista e mai accaduta prima. Ovviamente, la cosa ha interessato gli sport e soprattutto gli sport da contatto. Soprattutto il nostro sport, credo sia stato il più difficile da regolamentare in pandemia, poiché lo sparring piuttosto che la tecnica viene fatta a coppie. In un ottica ottimistica, credo che questa situazione ci abbia fatto scoprire dei lati nascosti del nostro sport, facendoci concentrare soprattutto sugli allenamenti in solitaria. Personalmente, soprattutto durante il lockdown, ho lavorato molto sulla preparazione atletica e sulla mia parte introspettiva, tralasciando la parte di sport specifico. La paura del contagio è stata avvertita da subito, poiché il covid è un virus molto contagioso. Sicuramente le misure restrittive poste in atto, hanno limitato molto la nostra libertà ma credo che se siamo usciti da questa situazione è anche grazie alle misure adottate. Ciononostante, lo sport è salute e credo che sia proprio questo l’antidoto per evitare situazioni analoghe. Educare allo sport già da giovani crea persone più sane e meno vulnerabili alle malattie.
Le restrizioni ed i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni al mondo dello sport, soprattutto a quello cosiddetto minore, cosa è successo in particolare nella sua specialità?
Come ho detto precedentemente, le restrizioni hanno fatto focalizzare i miei allenamenti su certi aspetti piuttosto che altri. Da atleta, dunque, è stato un cambio di metodo anche se alcuni lavori fondamentali sono stati accantonati e ho dovuto riprenderli appena la situazione si è calmata. Anche le competizioni ufficiali, sono state sospese inizialmente ma gradualmente siamo tornati ad allenarci e a poter gareggiare. Diverso è stato per chi nel mondo dello sport aveva un’attività e ha visto i costi rimanere invariati, mentre i ricavi diminuire drasticamente. Questo credo sia stato il danno più grande e per alcuni irrimediabile, poiché, molti di loro hanno dovuto chiudere l’attività.
Chi è stato in famiglia o tra gli amici a spingerla verso l’attività agonistica, oppure si è trattato di una sua folgorazione guardando ai modelli dei grandi campioni?
Credo che qualsiasi ragazzo anni 90 , abbia guardato la saga di Rocky, e contestualmente molti ne sono rimasti folgorizzati a tal punto da intraprendere la strada del pugilato. Anche a me è successo così, anche se è stato mio padre ad accompagnarmi in palestra, gli piace il pugilato e vedermi combattere. La scelta di diventare un pugile agonista è arrivata quasi subito. Ho visto gli altri combattere e ho deciso di farlo anche io. Ora, il pugilato occupa gran parte delle mie giornate. Purtroppo le giornate durano solo 24 ore, altrimenti, dedicherei più tempo.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
Le doti personali sicuramente aiutano, ma credo conti di più la perseveranza. Chi non è dotato di molto talento, deve soppesare questa mancanza con il duro lavoro. Tante volte chi è abituato a lavorare duramente riesce a far fronte alle difficolta in maniera migliore. Dunque preferisco lo stacanovista piuttosto che il talentoso.
Se dovesse dare qualche consiglio utile ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità cosa suggerirebbe?
Consiglio inizialmente di scegliere attentamente la palestra e di capire se rispecchia le proprie esigenze. Di muoversi per step, senza fretta prefissandosi degli obiettivi a breve o lungo termine ma di non arrendersi alla prima difficoltà.