Matteo Vincenzi: “Ascoltate chi ha più esperienza, vi aiuterà a crescere”
17 Agosto 2023La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
Inizialmente non è stato semplice perché c’era tanta incertezza ed una situazione in continua evoluzione giorno dopo giorno.
Personalmente ho sempre cercato di restare aggiornato su ciò che stava accadendo e sulle misure da adottare per mantenere in sicurezza me, i miei compagni di squadra e le persone a me vicine.
Sicuramente il periodo chiuso in casa mi è stato utile per ritrovare un po’ quel contatto con se stessi, cosa non scontata vista la vita frenetica di oggi.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
La grande difficoltà è stata quella di attuare nel miglior modo possibile quei protocolli che però andavano bene per il mondo professionistico… invece le società dilettantistiche non avevano abbastanza risorse per poter garantire la massima sicurezza agli atleti, in termini sia di gestione degli spazi oltre che ovviamente in termini economici.
Questo ha portato ad un “anno sabbatico” in cui non si è giocato, proprio perché non c’erano le condizioni giuste per lavorare in sicurezza, con il risultato purtroppo di perdite a livello economico per molte società già in estrema difficoltà.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Nessuno in particolare, perché fin da piccolo, ovunque andassi avevo con me un pallone da calcio, quindi credo che tutto sia nato spontaneamente. Però ricordo con piacere quando mio babbo mi accompagnava alle mie prime partite, e questi momenti assieme non hanno fatto altro che aumentare la mia voglia di proseguire su questa strada.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
Conta tantissimo secondo me. Lo dico per esperienza perché la forza di volontà mi ha portato a raggiungere negli anni, traguardi personali importanti.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
Il consiglio che posso dare ai giovani, che vale nel calcio così come nella vita, è quello innanzitutto di saper ascoltare chi ha più esperienza, perché ciò aiuta tanto a crescere a livello umano. Poi consiglio di non mollare mai di fronte alle difficoltà che normalmente ci saranno durante il percorso, e cosa più importante, ai giovani dico di divertirsi, sempre! Perché il calcio è gioia, aggregazione ma soprattutto puro divertimento.