Maurizio Trissini: “Il consiglio che do ai ragazzi è di non mollare mai”

Maurizio Trissini: “Il consiglio che do ai ragazzi è di non mollare mai”

22 Aprile 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

“Il calcio è un gioco ma anche un fenomeno sociale. Quando miliardi di persone si preoccupano di un gioco, esso cessa di essere solo un gioco”. (Simon Kuper)

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un valido esponente di questo sport: Maurizio Trissini.

La fase pandemica nella sua fase più acuta sembra ormai essere alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha affrontato questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio e il disagio legato alle severe misure restrittive?

Sicuramente la prima fase delle restrizioni legate al covid-19 è stata la più dura per tutti, in ambito lavorativo, privato e sportivo, con il blocco delle attività sportive si è tolto a noi sportivi una parte importante della nostra vita e delle nostre giornate, il fatto di non poter “vivere lo spogliatoio” è stata la cosa che a me personalmente è mancata di più in quel periodo. A livello di attività fisica per fortuna in un modo o in un altro si è sempre riuscito a fare qualcosa, ovviamente in casa, da soli, magari in collegamento video con amici o compagni di squadra ma quell’ora di sfogo giornaliera non poteva mai mancare. Ovviamente i campionati sono passati in secondo piano, ma in quel momento non erano una priorità, avevamo a che fare con un virus di cui non conoscevamo niente, e che stava portando  via troppe persone a noi care ed è stato giusto sospendere tutto e rimandare alla stagione successiva!

Le restrizioni e il tentennamento del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto per quello cosi detto minore, cos’è successo in particolare nella sua specialità?

Su questa domanda ci sarebbe da parlare per ore, purtroppo la cattiva gestione politica non è mai stata di aiuto nello sport, sia con il covid sia senza covid. Il mio sport è il calcio a 5, lo scorso anno con la mia società disputavamo il campionato di serie C1, a novembre, quando eravamo in zona gialla e sono iniziati a risalire i contagi, hanno deciso di Sospendere tutti i campionati e attività ad eccezioni di serie B-A2-A, scelta non condivisa da tutti, siamo stati fermi fino al mese di gennaio, quando ancora in zona rossa si è deciso di far riprendere le attività e di conseguenza i campionati di serie C1. si giocava di sabato e ogni giovedì era obbligatorio il tampone, palazzetti senza pubblico e mascherine per gli ingressi in campo, che veniva poi ovviamente tolte per giocare!! Ora per fortuna il peggio sembra essere passato, abbiamo l’obbligo di vaccino, ci viene presa la temperatura prima dell’ingresso nelle strutture e finalmente quando giochiamo le partite possiamo finalmente vedere il pubblico in tribuna, che è la cosa che lo scorso anno mancava più di tutto!

Chi è stato a spingerla all’attività agonistica o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

Ho iniziato a giocare a calcio all’età di 5 anni, con mio fratello e altri amici in una società vicino a casa, la mia famiglia mi ha sempre aiutato non mi ha mai fatto mancare nulla, mi hanno lasciato sempre piena libertà di scelta e ho provato diversi sport, sono sempre stati a conoscenza dei valori e degli insegnamenti con lo sport può trasmettere e per questo mi hanno sempre spronato a giocare. Oggi, che non gioco più in un settore giovanile, ma che gioco in una prima squadra, sono convinto che quando mi vedono partire per una trasferta, una partita o un Allenamento sono fieri delle scelte  che mi hanno aiutato a fare in passato.

Al di la delle doti personali e delle attitudini quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

La forza di volontà è alla base di ogni sport, bisogna porsi degli obbiettivi e con la voglia, cattiveria agonistica, personalità e forza di volontà bisogna andare a raggiungerli. lo sport non è solo tecnica e tattica, sono due aspetti importanti ma per compiere passi in categoria più alte, ma non sono tutto, nello sport, come nella vita ci va forza di volontà, magari per riuscire ad allenarsi al meglio anche se è una giornata storta, per migliorarsi, per lottare sul campo, e nel mio caso per compiere parate al di fuori magari anche delle tue aspettative. Testa e mentalità nello sport giocano il 70% della partita.

Cosa suggerirebbe ai giovani che si avvicinano alla sua specialità?

Il mio consiglio è quello di non mollare mai, di guardare giocare i grandi e pensare che una volta erano anche loro dove sono loro ora, e se sono riusciti ad arrivare lì è perché non hanno mollato mai! Ne dopo un annata storta ne dopo una brutta esperienza con qualche allenatore o società.

Lo sport non vuol dire solo fare attività fisica, lo sport vuol dire fare scuola divertendosi, che è la cosa principale! Nessuno dovrebbe privarsene

Consiglio a tutti i ragazzi di andare avanti, di giocare e divertirsi e soprattutto di credere nei loro sogni! Perché chi lo sa.. un domani lo sport potrebbe anche essere il loro lavoro!