Mauro Cerilli: “La MMA si fonda sul rispetto, sull’umiltà e sul sacrificio”
19 Novembre 2022Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un professionista della MMA: Mauro Cerilli.
La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
La pandemia a distrutto tutto il settore sportivo oltre che altri settori, ma il nostro sport prevede il contatto tra i praticanti, quindi specialmente all’inizio dove non sapevamo cosa era veramente questo virus e come curarlo ci siamo trovati davanti ad il periodo più buio nella storia degli sport, soprattutto gli sport da combattimento. Per un anno quasi abbiamo interrotto gli allenamenti per i principianti, solo gli atleti agonisti si sono sempre allenati, la mia Accademia forniva tamponi agli agonisti che si effettuavano ogni tre giorni sia a vaccinati che non vaccinati proprio per essere tranquilli, un periodo avvilente insomma. Ad oggi siamo finalmente usciti da questa pandemia anche perché abbiamo imparato con l’esperienza a gestirla dal punto di vista medico e le persone sono meno terrorizzate perché hanno imparato a convivere con il virus così come il resto del mondo.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
Nel mio sport ci sono stati dei rallentamenti ma non si è mai fermato veramente forse solo 3 mesi in tutta la pandemia, nella fase iniziale. Per quanto riguarda il mio Sport/lavoro, combattendo all’estero principalmente a Singapore sono riusciti a far continuare lo show controllando gli atleti con una sorta di quarantena associata a tamponi ogni 2 giorni, insomma non è stato il massimo del divertimento ma per lo meno siamo riusciti a continuare anche se un po’ a rilento rispetto al passato a lavorare. All’estero hanno ripreso la normale funzione di vita ormai da un bel po’ mentre in Italia tardiamo sempre a tornare alla normalità non capisco perché non si interfaccino con politici di altri stati sia Asiatici che americani che convivono con il virus e sono tornati a vivere le loro vite molto tempo prima.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Verso l’agonismo mi spinse mio padre, ex pugile e judoka a livelli amatoriali da bambino mi iscrisse ad una palestra dove si praticava Judo che ho praticato dai 6 ai 14 anni circa, ma poi un po’ per amicizie sbagliate un po’ perché non avevo più voglia smisi con l’attività agonistica e il judo per poi riprendere con le MMA 15 anni dopo, con famiglia ed una forma fisica molto discutibile perché negli anni facendo una vita non proprio salutare avevo preso molto kg di peso, le MMA per me all’inizio erano solo uno sfogo per perdere peso e rabbia ma poi arrivando risultati importanti capii che poteva diventare il mio lavoro è così è stato.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
La forza di volontà e la determinazione sono l’80%delle doti di un atleta perché dove tutti si fermano per stanchezza l’atleta vero supera i suoi limiti riesce sempre a raggiungere gli obbiettivi che si pone con sudore e molto sacrificio. Essere un atleta di alto livello non è per tutti!
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
Per chi si vuole avvicinare al mio sport dico sempre che oggi con l’aiuto di internet possiamo informarci su tutto , quindi parlo ai genitori dei ragazzi, informatevi prima di mandare vostro figlio da un maestro improvvisato solo perché è la moda del momento, lo salverete da sicuri problemi futuri fisici e mentali, non ci si improvvisa in questo sport il rischio di farsi male e tanto e solo con persone competenti azzerate quasi completamente le possibilità di infortunio. Io mi batto per tutelare questo sport da pregiudizi che lo considerano uno sport violento e cerco con tutte le mie forze di dimostrare il contrario perché essendo una disciplina marziale è fatta di rispetto umiltà sacrificio e migliora l’autostima di chi lo pratica.