Medici di Famiglia: Non Bestie da Soma, Ma Professionisti Dedicati
5 Febbraio 2025In un periodo in cui il sistema sanitario è sotto pressione crescente, è essenziale ricordare che i medici di famiglia non sono bestie da soma, ma professionisti intellettuali che dedicano la loro vita alla cura dei pazienti. Nonostante le numerose sfide, spesso si tende a dimenticare che dietro ogni camice bianco c’è una persona con una vita sociale e familiare che merita rispetto e riconoscimento.
Uno degli aspetti più preoccupanti è la continua enfasi sulle 38 ore settimanali, di cui 18 in Case di Comunità (CdC). Tuttavia, questo conteggio non riflette la realtà del lavoro di un medico di famiglia. Oltre alle ore di ambulatorio, i medici devono affrontare visite domiciliari, gestione della burocrazia e consulenze telefoniche, che spesso portano il totale delle ore lavorative a livelli molto superiori.
Facendo un po’ di conti, emerge una realtà sorprendente:
• Ore di ambulatorio 20
• *Ore in CdC:*18 ore
• *Visite domiciliari:10-15 ore (varia in base alla settimana)
• *Burocrazia: 10-12 ore (compilazione di documenti, gestione delle richieste, ecc.)
• *Consulenze telefoniche e altre attività:* 5-10 ore
Questo porta a un totale di circa 43-75 ore settimanali, ben oltre le 38 ore dichiarate. E tutto questo senza considerare l’impegno emotivo e psicologico che il lavoro comporta.
È interessante notare come, in tutta questa storia, non si parli mai di compenso economico. Sarebbe opportuno chiedersi: quanto vale realmente il lavoro di un medico di famiglia? Se consideriamo tutte le ore lavorative e le responsabilità che ricadono su di Noi, il compenso attuale appare decisamente inadeguato. La domanda diventa quindi: quante di queste ore di lavoro non vengono adeguatamente retribuite?
Inoltre, è fondamentale riconoscere che la professione del medico di famiglia non è solo un lavoro, ma una vocazione. Tuttavia, anche i medici hanno diritto a una vita sociale e familiare. Continuare a ignorare questo aspetto significa rischiare di compromettere la Nostra salute mentale e fisica, e di conseguenza, la qualità dell’assistenza ai pazienti e a far scomparire questa figura rendendola poco appetibile agli occhi dei giovani professionisti.
Le condizioni di lavoro vanno quindi rivalutate con proposte ponderate e serie non genuflettendosi alla politica sposando tout court qualcosa che necessita di attenta concertazione, riconoscendo il giusto e tenendo conto della Nostra vita privata. È troppo facile e riduttivo pensare per il solo fatto che questo o quel partito politico mostri interesse per un ACN da convenzionati, non si fissino dei punti saldi su cui orientare l’azione sindacale. Pasquale Persico Segretario Provinciale FMT Caserta