Medici over70 richiamati in servizio, il caso fa discutere

Medici over70 richiamati in servizio, il caso fa discutere

12 Febbraio 2023 Off Di La Redazione

Pediatria,Terapie intensive, Pronti soccorso, Medicina interna, Chirurgia generale, Radiodiagnostica, Cardiologia, Ginecologia, Ortopedia, Psichiatria: tutti i reparti chiave degli ospedali del Servizio sanitario sono interessati dall’esodo dei medici, a volte anticipato. E così il decreto-legge Milleproroghe in fase di conversione alle camere prolungherà a tutto il 2023 la facoltà delle regioni di reclutare anche medici in pensione. Un rinvio importante: la norma del decreto Cura-Italia 2020 che apriva la porta ad incarichi dopo i 65 anni, età di pensionamento ordinaria con 40 anni di servizio effettivo, scadeva nel 2022 e ora ci sarà un anno in più. Nell’iter parlamentare peraltro appaiono e scompaiono emendamenti che prevedono il trattenimento in servizio dei medici pensionandi. Uno era obbligatorio dietro richiesta dell’ospedale, l’altro prevedeva la libera decisione del medico. E ancora: in una prima fase si prevedeva di pagare questi medici con la pensione, con l’emendamento più recente – poi saltato – li pagava l’azienda. Tutte le norme sono state ritirate ma d’incanto, avverte l’intersindacale medica -Anaao Assomed, Aaroi-Emac, Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr), Fp Cgil, FVM, Cisl medici – ne è spuntata un’altra della Lega che ripropone il mantenimento in servizio fino ai 72 anni, di qui al 2026. C’è di più. Nelle singole regioni si scoprono realtà che hanno precorso la legge.
In Veneto, l’ingaggio di medici pensionati è una realtà da prima del Covid. Mancano quasi 4 mila specialisti: il 26 marzo 2019 la Regione ha autorizzato le aziende sanitarie a conferire incarichi di lavoro autonomo al personale medico in quiescenza, “per garantire i livelli essenziali di assistenza”. In teoria, con i pensionati, si attinge ad un bacino quasi pari a quello degli specialisti mancanti. Non solo: rispetto all’ingaggio di un medico della cooperativa, fino a 1800 euro per turno di 12 ore, l’ospedale risparmia pagando il pensionato a 100 euro orari, una media di 800 al giorno. Come spiega Giusi Bonavina, DG Ulss Bericaal Corriere del Veneto, «ci sono figure carismatiche che non hanno voglia di andare in pensione e per noi sono una risorsa. Ricevo più richieste da parte di camici bianchi desiderosi di restare in reparto almeno fino a 70 anni e di over 70 che non vogliono andare via, piuttosto che domande di quiescenza anticipata. Luca Barutta, segretario regionale Anaao Assomed, non è della stessa idea, chi va in pensione supera chi entra con le regole del ’19. Ed è perplesso. «È vero, la normativa che consente di richiamare medici pensionati è presente da noi dal 2019. Ma attenzione, il medico non può ricoprire la stessa posizione rivestita nel Ssn quando si è pensionato. Svolge in genere attività ambulatoriale, come consulente, anche in Pronto soccorso e sgrava i sempre più “rari” colleghi di parte dell’attività istituzionale, riducendo le liste d’attesa ancorché in modo limitato. Il compenso è cumulabile con la pensione, in questo caso, e pertanto resta fuori chi è andato via anzitempo con quota 100».
«Come intersindacale medica non siamo completamente a sfavore di questa misura ma delle norme del Milleproroghe che istituiscono il trattenimento in servizio», spiega Barutta. «Non vorremmo si aprisse la porta a una norma che trattiene in servizio un dirigente ospedaliero od universitario se questo acconsente. Con questi chiari di luna che si vivono negli ospedali, in prima linea, i veri interessati a questa norma sono i direttori di struttura, che lavorano in condizioni non critiche, tengono il posto da apicale e se restano in sella impediscono avanzamenti di carriera a chi sta sotto e già vive superlavoro e burn-out sulla propria pelle. Noi proponiamo: se proprio devono dare una mano fino a 72 anni, tutti i pensionati o pensionandi devono evitare di svolgere attività di direzione del reparto, e dare veramente una mano. Non diciamo che devono coprire le guardie notturne, Anaao Assomed ha proposto in tal senso che dopo i 62 anni il medico non debba farne. Ma tutto il resto sì. Posto che di fronte a gravi problemi di organico dovrebbe prevalere lo spirito di servizio». Barutta sottolinea che tra i non apicali il trattenimento in servizio miete pochi consensi, «sono pochi i colleghi disposti a rientrare in corsia. Qualcuno lo fa come specialista ambulatoriale o tramite cooperative. L’azienda in questo caso spende di più, ma annota il pagamento non più alla voce “personale” bensì a quella “beni e servizi”. E continuiamo ad essere il paese con l’età media più alta d’Europa in corsia, e forse meno attrattivo».

 

 

 

Fonte: http://www.doctor33.it/politica-e-sanita/medici-over-richiamati-al-lavoro-in-ospedale-la-possibilita-fa-discutere-il-caso-veneto/?xrtd=TPSLPPAVSPPPRCYVSXYC